Nuovo approccio per la terapia anti-cancro: togliere dalla circolazione…sanguigna le cellule tumorali

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Il Nobel per la medicina 2008, Harald Zur Hausen, lo ha definito meritevole di pubblicazione. L’Md Anderson Cancer Center parla di svolta per l’oncologia. E’ uno studio dell’università La Sapienza di Roma, presentato nei giorni scorsi durante l’XI Conferenza internazionale Mbcc (Milan Breast Cancer Conference), organizzata dall’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano. Una ricerca che secondo gli autori potrebbe rivoluzionare l’approccio terapeutico ai tumori: non più assalto all’intera massa neoplastica, ma terapia ‘tarata’ sulle cellule tumorali circolanti (Ctc) responsabili delle metastasi, il vero ‘obiettivo sensibile’ finora trascurato.

Due scienziati dell’ateneo romano, Giuseppe Naso e Paola Gazzaniga, hanno infatti osservato che i pazienti curati con terapie poi risultate adatte a colpire le cellule tumorali circolanti danno risposte positive ai trattamenti. Mentre quelli sottoposti a chemioterapie o ormonoterapie non in grado di attaccare queste cellule hanno un decorso fallimentare. Si tratta di una prima corposa conferma di una teoria ritenuta interessante da oncologi di fama mondiale.


Naso e Gazzaniga hanno fatto il primo passo, coinvolgendo un centinaio di pazienti in uno studio retrospettivo in doppio cieco. Da un lato Naso, del Dipartimento di medicina sperimentale e patologia (Divisione di oncologia) della Sapienza, li visitava e stabiliva il tipo di terapia cui sottoporli secondo gli standard tradizionali. Dall’altro lato Gazzaniga, anche lei ricercatrice del Dipartimento di medicina sperimentale, effettuava un prelievo (bastano 10 millilitri di sangue e una decina di cellule) e tracciava l’identikit delle cellule tumorali circolanti attraverso l’analisi genotipica e fenotipica, valutandone la chemiosensibilità. Dopo due anni, gli scienziati si sono seduti a un tavolo e hanno confrontato le cartelle cliniche dei pazienti con l’esito dei prelievi. Risultato: “Il 96% dei pazienti con cellule tumorali circolanti risultate dall’identikit come rispondenti alle terapie mostrava un notevole vantaggio clinico. Il 100% di chi presentava cellule circolanti non sensibili ai farmaci utilizzati, invece, aveva un decorso negativo”.

L’esito dello studio lascia intendere che il vero target su cui gli oncologi devono tarare le terapie sono proprio le cellule tumorali circolanti, già ritenute responsabili della diffusione tumorale a distanza della neoplasia mammaria. “Un gruppo ristretto di cellule che sembrano avere caratteri di staminalità, e che risultano più aggressive e meno sensibili all’attacco dei farmaci”, aggiunge Naso. “Noi possiamo anche uccidere il 99% delle cellule di un tumore primitivo, ma se ci sfugge proprio quell’1% di tumore cattivo, la terapia fallisce”.

Il prossimo passo, annuncia lo scienziato, sarà quello di scrivere un protocollo prospettico di validazione per far partire, entro fine anno, uno studio in grado di confermare questa teoria, con la collaborazione di Massimo Cristofanilli, del Department of Breast Medical Oncology dell’Md Anderson Cancer Center (University of Texas).

(ADNKRONOS SALUTE)

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