Alcuni lo considerano un fattore negativo, altri lo vedono come elemento di “abbellimento”. Ma per la Swiss Stem Cell Bank -SSCB-, il grasso rappresenta il futuro della medicina. Il tessuto adiposo è infatti al centro di cinque progetti di ricerca che la criobanca svizzera, che ha sede a Lugano, sta conducendo. Gli studi si concentrano sulle cellule mesenchimali che possono essere ricavate proprio dal grasso e sul loro utilizzo nella rigenerazione dei tessuti.


 

«Da alcuni anni, la comunità scientifica discute sull’efficacia delle cellule staminali mesenchimali nell’ambito della rigenerazione dei tessuti. Sono cellule che possono essere isolate dai tessuti adulti, non ponendo quindi alcun problema di tipo etico e, normalmente, in quantità più o meno abbondante a seconda del tessuto da cui provengono», premette Gianni Soldati, direttore scientifico della SSCB. «Il tessuto adiposo da liposuzione, in particolare, sembra essere una fonte estremamente ricca di cellule mesenchimali: queste possono essere isolate in condizioni di sterilità e risultano essere particolarmente versatili e promettenti nella medicina rigenerativa». Trattando con cellule definite multipotenti, quindi capaci di differenziarsi in cellule di tipo diverso, «dal tessuto adiposo è possibile così ottenere cellule del tessuto osseo, della cartilagine, del tessuto adiposo stesso, muscolo scheletrico e cellule neurali».


Se tutte queste premesse dovessero trovare una conferma, secondo Soldati, «ci troveremmo davanti ad una fonte importante di staminali, vista la facile reperibilità e l’abbondanza del tessuto adiposo». SSCB sta operando su tre fonti: innanzitutto la selezione delle mesenchimali che si trovano nel grasso. «Lo scopo è sviluppare una tecnologia innovativa in grado di separare e concentrare le cellule staminali adulte provenienti dal tessuto adiposo attraverso un sistema “chiuso”, in totale sicurezza affinché si possa selezionare un prodotto cellulare di alta qualità», spiega Soldati. In secondo luogo, lavorando sulla grande esperienza di raccolta delle staminali cordonali, SSCB sta studiando le condizioni ideali per poter conservare queste cellule. «Una volta prelevate potrebbero essere utilizzate a scopo clinico in una vasta casistica di patologie legate alla medicina rigenerativa per uso autologo, cioè a beneficio dell’individuo stesso a cui sono state prelevate», continua Soldati. Non ultime, le applicazioni: dalla rigenerazione ossea a quella delle cicatrici, fino alla rigenerazione di cartilagine.

I progetti di ricerca sono svolti in collaborazione con l’Unità di Terapia Cellulare nata dalla collaborazione della stessa SSCB, del CardioCentro Ticino e del Laboratorio di Diagnostica Molecolare. In questa direzione, l’UTC ha avviato recentemente la Cell Factory. Ovvero, una “camera bianca” certificata a norma GMP (Good Manufaturing Practices) e autorizzata da Swissmedic, l’istituto svizzero di controllo.
Spiega Paolo Martinelli, direttore generale di SSCB: «SSCB si pone tra le prime banche in Europa in tutta l’attività che riguarda le cellule staminali: dalla raccolta di quelle cordonali, servizio che ci vede leader in Italia, fino alla ricerca. Crediamo che qui si trovi il futuro della medicina: stimolare le mamme a preservare il cordone ombelicale del figlio così come incentivare la ricerca su staminali ottenute da altri tessuti è la nostra sfida».




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