Un vaccino biotech per sconfiggere la coccidioidomicosi

0

Coccidioides immitis

Coccidioides immitis
Coccidioides immitis

Un gruppo di micologi dell’Università del Texas a San Antonio (UTSA) ha compiuto un passo avanti significativo nella lotta contro la coccidioidomicosi, meglio nota come febbre della Valle di San Joaquin, una importante infezione delle vie respiratorie causata dal fungo Coccidioides immitis, la quale presenta un carattere endemico negli Usa del Sudovest, compresa la vallata centrale della California, l’Arizona, parti del Nuovo Messico e il Texas a ovest di El Paso.

Per la prima volta, i ricercatori texani hanno ingegnerizzato geneticamente un vaccino vivo e attenuato che ha dimostrato di proteggere con successo i topi da questa malattia respiratoria.

Il vaccino è stato utilizzato come trattamento preventivo basato sulla creazione di una forma mutata dell’agente patogeno che non è in grado di causare per lungo tempo la malattia. “Infezioni respiratorie quali la coccidioidomicosi tendono a uscire dal radar della maggioranza delle società farmaceutiche perché si contano circa 100mila casi ogni anno”, sostiene Garry Cole, professore di Biologia alla UTSA e coordinatore della ricerca.

“Il nostro lavoro rappresenta un caso emblematico del ruolo chiave delle biotecnologie nella produzione di nuovi vaccini”. La coccidioidomicosi si verifica generalmente in forma primaria come infezione respiratoria acuta benigna asintomatica o autolimitantesi che occasionalmente si dissemina a determinare lesioni focali nella cute, nel tessuto sottocutaneo, linfonodi, ossa, fegato, reni, meningi, cervello o altri tessuti. L’infezione viene acquisita dall’inalazione di polveri cariche di spore.

La patologia è caratterizzata da una reazione granulomatosa acuta, subacuta o cronica, con vari gradi di fibrosi. Le sferule intatte generalmente vengono circondate da linfociti insieme a plasmacellule, cellule epitelioidi e cellule giganti, mentre i neutrofili sono spesso presenti nel sito di rottura della sferula insieme con gli eosinofili. Nei polmoni infetti le lesioni possono cavitarsi o formare lesioni nodulari granulomatose.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *