Dall’UCLA studio sulla correlazione tra colesterolo e osteoporosi

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HDL, LDL, diagramma (in inglese)

HDL, LDL, diagramma (in inglese)
HDL, LDL, diagramma (in inglese)

Il colesterolo implicato in patologie come l’osteoporosi e la perdita di densità delle ossa


Il colesterolo, ahimè, non fa male solo al cuore e alle arterie ma anche alle ossa. Questo era già stato suggerito da alcuni precedenti studi, tuttavia il collegamento non era mai stato chiarito.

L’osteoporosi, per esempio, colpisce un importante fetta della popolazione e il numero di pazienti pare essere in continuo aumento. E, a contribuire alla diffusione di questa malattia, che assume anche carattere invalidante, c’è anche il colesterolo. Con un collegamento diretto. Lo suggerisce un recente studio ad opera di ricercatori americani del David Geffen School of Medicine presso l’Università della California a Los Angeles (UCLA).

«Abbiamo scoperto che molti pazienti affetti da osteoporosi, hanno alti livelli di colesterolo, gravi ostruzioni delle arterie cardiache e un più alto rischio di ictus» sottolinea la dr.ssa Rita Effros.

Che i farmaci anticolesterolo riducessero il rischio di fratture ossee già lo sapevamo, tuttavia non capivamo il perché, spiega Effros. Per questo abbiamo incentrato la ricerca sulle lipoproteine a bassa densità (LDL), ovvero il cosiddetto colesterolo “cattivo”.
I ricercatori hanno poi esaminato come elevati livelli di LDL ossidato incidessero sulle ossa e come le cellule immunitarie di tipo T avessero un ruolo in questo processo.
Per stabilirlo hanno prelevato dei campioni di sangue da persone sane da cui sono state isolate le cellule T, messe poi in appositi recipienti per la coltivazione.
Le cellule T sono infine state divise in due gruppi: nel primo gruppo è stato immesso del colesterolo LDL normale, nel secondo gruppo è stato immesso del colesterolo LDL ossidato.
In seguito metà delle cellule è stata stimolata per simulare una risposta immunitaria. Dai risultati ottenuti si è scoperto che sia la metà di cellule stimolate che la metà a riposo hanno sviluppato una sostanza chimica il cui scopo pare sia proprio quello di distruggere le ossa. Detta sostanza si chiama RANKL ed è direttamente collegata alla risposta immunitaria e fisiologica dell’osso.

La Stampa

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