L’RNA messaggero: alcuni studi sulla sua..sorte

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Immagine didascalica di un filamento di mRNA e un ribosoma che lo 'legge'

Immagine didascalica di un filamento di mRNA e un ribosoma che lo 'legge'
Immagine didascalica di un filamento di mRNA e un ribosoma che lo 'legge'

Contrariamente a quanto finora ritenuto, essa può iniziare quando l’mRNA è ancora ancorato ai ribosomi, attivamente impeganti nella sintesi delle proteine

L’RNA messaggero (mRNA) si degrada in buona parte a contatto dei ribosomi: è questa la conclusione tratta da una ricerca condotta da biologi della Case Western Reserve University School of Medicine che modifica in modo significativo le conoscenze sul modo in cui è controllata l’espressione dei geni.


“Molte malattie genetiche sono legate a mutazioni che possono causare una cattiva regolazione della distruzione dell’RNA, ragion per cui è importante sapere dove, come e quando la cellula controlli normalmente il decadimento dell’mRNA”, spiega Jeff Coller che ha diretto lo studio e firma un articolo sulla rivista “Nature”.

L’mRNA trasmette l’informazione genetica dal DNA ai ribosomi dove essa è convertita in proteine. La presenza di livelli corretti di mRNA nella cellula è vitale per la salute della cellula stessa ed essi dipendono dalle velocità relative di sintesi e di degradazione dell’mRNA. Ma mentre nel corso degli anni sono stati studiati in grande dettaglio i processi di sintesi dell’mRNA, quelli che ne controllano la distruzione rimangono molto meno chiari.

Finora si riteneva che una volta che l’mRNA aveva terminato il proprio compito si staccasse dai ribosomi e venisse trasportato verso strutture specializzate che avrebbero avuto la funzione di disassemblarlo.

La ricerca svolta da Coller e collaboratori mostra invece che il decadimento dell’mRNA inizia già quando esso è ancora legato al ribosoma che sta attivamente sintetizzando la proteina. “I dati indicano chiaramente che il fatto di trovarsi in uno stato libero dal ribosoma non è affatto un prerequisito per l’inizio della degradazione dell’mRNA”, osserva Coller.

La scoperta pone in una nuova luce anche vecchie questioni, come quella relativa alle differenti velocità a cui vengono degradati gli mRNA, alcuni dei quali hanno una vita media lunga, mentre altri molto breve.

“Ora che abbiamo scoperto che gli mRNA sono degradati sui ribosomi, possiamo iniziare a comprendere come l’apparato di degradazione interagisca con i ribosomi e come venga innescata la distruzione del messaggio”, osserva Coller. “Speriamo di arrivare alla fine a un ‘manuale’ che ci permetta di predire quale mRNA resisterà solo pochi minuti e quale sarà espresso per ore o giorni. Questo ha un impatto enorme sui livelli di proteine cellulari e forse la sua comprensione potrà portare a nuovi progressi nella terapia genica e nel campo delle vaccinazioni.”

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