Come la ris. magnetica puo’ essere predittiva per la disabilità

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(AGI) – Roma, 9 set. – Un test predittivo per la disabilita’. Lo hanno messo a punto neurologi italiani. Deficit di memoria, cambiamenti dell’umore, difficolta’ di movimento, incontinenza urinaria, sono tra i disturbi che di piu’ contribuiscono alla perdita dell’indipendenza funzionale nella persone in eta’ avanzata. Tali disturbi sono correlabili ad alterazioni a livello della materia bianca del sistema nervoso ed evidenziabili alla risonanza magnetica cerebrale, come e’ emerso dallo studio Ladis (dai due termini: leucoaraiosi e disabilita’). Si tratta di alterazioni iperintense nella parte profonda degli emisferi cerebrali (definite anche leucoaraiosi), probabilmente collegate alla ipertensione arteriosa e alle malattie vascolari e predicono la disabilita’, cioe’ una perdita dell’autonomia funzionale nella vita di tutti i giorni.
Lo studio Ladis, pubblicato sul British Medical Journal, che e’ stato finanziato dall’Unione europea e condotto in undici centri europei con il coordinamento del dipartimento di scienze neurologiche e psichiatriche dell’universita’ di Firenze, diretto dal professor Domenico Inzitari, consigliere della Societa’ italiana di neurologia (Sin), ha esaminato oltre 639 soggetti, del tutto autonomi nella vita di tutti i giorni e che presentavano le suddette alterazioni con gravita’ variabile (nel 44% – grado lieve, nel 31% – grado moderato e nel 25% – grado severo). Tutti i soggetti sono stati poi seguiti per 3 anni con uno studio clinico e funzionale dettagliato che includeva test per la memoria e l’attenzione, prove dell’equilibrio e della velocita’, della deambulazione, nonche’ valutazioni del tono dell’umore e della qualita’ della vita. “Gia’ dopo un anno i soggetti con le alterazioni piu’ estese , sebbene autonomi all’inizio dello studio, avevano maggiori difficolta’ nell’uso del telefono, fare la spesa e prendere le medicine” dice Inzitari, ideatore e direttore dello studio. “Dopo tre anni di osservazione i soggetti con lesioni piu’ estese avevano un rischio piu’ che doppio di perdere la loro autonomia nella vita di tutti i giorni rispetto a coloro che le avevano in grado lieve”. Lo studio e’ il primo ad evidenziare che una semplice risonanza magnetica cerebrale e’ in grado, attraverso l’individuazione di lesioni vascolari, di predire lo sviluppo futuro di disabilita’ e potrebbe avere importanti ricadute poiche’ i soggetti cosi’ individuati potrebbero beneficiare di trattamenti specifici dei fattori di rischio e delle malattie vascolari associate, cosi’ da poter ridurre il numero di anziani disabili.

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