Enzima ripara il cuore dopo i danni di un attacco cardiaco

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La possibilità di intervenire con misure efficaci dopo che si è subito un attacco di cuore, favorendone la guarigione, e prevenire in futuro disturbi quali l’insufficienza cardiaca è stato lo scopo di una ricerca condotta dai ricercatori della Emory University e del Georgia Institute of Technology (Usa).

I ricercatori americani hanno scoperto che l’iniezione dell’enzima antiossidante SOD (superossido dismutasi), contenuto in particelle, nel cuore di un gruppo di topi che avevano subito un attacco cardiaco ha prodotto significative riduzioni nel numero delle cellule morte e un miglioramento della funzione cardiaca nei giorni successivi.
L’enzima superossido dismutasi ha la caratteristica di assorbire i radicali liberi che vengono prodotti quando le cellule sono private del sangue durante un attacco cardiaco.
Durante lo studio gli scienziati hanno così potuto constatare che gli attacchi di cuore simulati nei topi avevano causato una riduzione del 20% delle capacità dell’organo di pompare sangue. Mentre con l’iniezione dell’enzima si è evitata questa riduzione.


In più, nei topi appartenenti al gruppo trattato con l’enzima si è avuto un miglioramento generale delle condizioni di salute del cuore del 35% rispetto al gruppo di controllo non trattato. Aggiungendo poi dei farmaci antinfiammatori alle particelle si sono mostrati ulteriori benefici.

Il dr. Michael Davis ha commentato i risultati sottolineando che «l’obiettivo è di ottenere una terapia atta a smussare i danni permanenti di un attacco di cuore e per ridurre la probabilità di insufficienza cardiaca più tardi nella vita. Questo è un modo per offrire dosi supplementari di una proteina benefica antiossidante alle cellule che ne hanno bisogno».

La Stampa

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