dalle sinapsi dipendono i processi di apprensione e memoria permanente

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un quadro sinaptico

Mantenere i ricordi e apprendere nuovi dati: la stabilità della memoria dipende dalle sinapsi, le giunzioni attraverso le quali le cellule nervose comunicano, scambiandosi le informazioni. A sostenerlo è uno studio condotto dai ricercatori della New York University School of Medicine pubblicato online questa settimana sulla rivista Nature.

un quadro sinaptico
un quadro sinaptico

Gli scienziati, guidati da Wen-Biao Gan, fisiologo e neuroscienziato, hanno scoperto che nel cervello le connessioni neuronali vengono continuamente formate, mantenute ed eliminate in un delicato equilibrio. Il nuovo studio suggerisce che questa abilità permette al cervello di integrare le nuove informazioni senza compromettere le memorie già stabilite.


Utilizzando una potente tecnica di imaging ottico a due fotoni, Gan e colleghi hanno individuato i cambiamenti nelle sinapsi quando il cervello è impegnato in una nuova attività o è esposto a una situazione nuova: “Le nuove conoscenze – spiega Gan – inducono alterazioni nelle spine dendritiche, le sporgenze nodose che si trovano all’estremità delle ramificazioni delle cellule nervose. Con l’apprendimento alcune spine vengono acquisite, mentre altre smettono di funzionare”.

Lo studio è stato condotto su un gruppo di topi opportunamente stimolati affinché fossero indotti a fare nuove esperienze, dei quali sono poi state scannerizzate le connessioni neuronali. Nonostante l’acquisto e la perdita continua di spine dendritiche, la ricerca ha messo in evidenza che i circuiti degli animali rimanevano stabili: un neurone di un topo è in grado di portare almeno diecimila spine dendritiche, mentre nel corso dei mesi solo circa 100 spine erano state acquisite o perse a causa dell’esposizione a nuove esperienze.

Lo studio dà una idea, spiega Gan, di come sia possibile per gli esseri umani che hanno centinaia di migliaia di spine dendritiche in ogni neurone, vivere ogni giorno imparando cose nuove senza perdere le memorie esistenti. “Il cervello – conclude Gan – è un organo dinamico ma contemporaneamente stabile”.
(ASCA)

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