adenovirus
Le nuove conoscenze potrebbero consentire di superare le difficoltà incontrate nell’utilizzazione di questi virus come vettori per la terapia genica

Dopo più di un decennio di studi, gli scienziati dello Scripps Research Institute hanno ricostruito la struttura dell’adenovirus umano, la più grande mai determinata con una risoluzione atomica.

Il risultato, descritto nei dettagli in un articolo apparso suScience, potrebbe portare a nuove strategie per combattere il virus, che causa infezioni respiratorie e gastrointestinali.

“Abbiamo acquisito una notevole quantità di importanti conoscenze su virus dalla ricostruzione della sua struttura”, ha spiegato Glen Nemerow, che con il collega Vijay Reddy ha diretto lo studio. “Ciò è molto importante se si vuole re-ingegnerizzare il virus per la terapia genica”.

“Sebbene grazie alla cristallografia a raggi X sia stata ricostruita la struttura di numerose strutture virali, questa è la più grande ottenuta finora”, ha aggiunto Reddy. “L’adenovirus pesa 150 megadalton e contiene circa un milione di aminoacidi, circa il doppio del PRD1, il più grande virus ricostruito prima di questa ricerca”.

Scoperta negli anni Cinquanta, quella degli adenovirus è una grande categoria di agenti infettivi che comprende il virus che causa il comune raffreddore. Sebbene l’organismo umano sia in grado di sconfiggere l’infezione, esso può causare gravi complicanze nei bambini e negli adulti con un sistema immunitario compromesso. Attualmente, per le infezioni da adenovirus esso non sono disponibili cure e il trattamento si basa sulla gestione dei sintomi.

Sebbene l’adenovirus abbia afflitto l’umanità per millenni, più di recente i ricercatori hanno cominciato a pensare di sfruttarne alcune proprietà, come la sua stabilità e la sua capacità di infettare differenti tipi di cellule. Opportunamente ingegnerizzato, infatti, l’adenovirus potrebbe diventare un utile vettore per la terapia genica.

“L’Adenovirus venne utilizzato nei primi tentativi di terapia genica per la fibrosi cistica”, ha concluso Nemerow. “quelle ricerche fallirono poiché gli scienziati non comprendevano nei dettagli le interazioni virus-cellula ospite, un limite che potrebbe essere superato grazie alle nuove conoscenze possibili con il risultato della nostra ricerca”.

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