Chirurgia cardiaca: importante la frontiera dell’angioplastica con stent assorbibili e medicati

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Stent “medicati” biocompatibili che rilasciano i farmaci, per poi riassorbirsi, e palloncini per la dilatazione delle arterie: vengono introdotti dall’inguine o dal braccio in anestesia locale attraverso sottili cannule per interventi che, anche nei casi più complessi, non superano i 90 minuti di durata. A parlare delle ultime novità nell’ambito dell’angioplastica per la cura degli eventi cardiovascolari ischemici è Corrado Tamburino, ordinario di Cardiologia all’Università di Catania: “Le tecniche usate per il trattamento percutaneo del restringimento delle arterie, alla base della malattia ischemica, hanno subito un crescente sviluppo che ne ha permesso un’ampia diffusione come sicura ed efficace alternativa al tradizionale intervento chirurgico”, spiega l’esperto.

Gli stent, rispetto al palloncino, hanno permesso di migliorare i risultati dell’angioplastica grazie alle maglie metalliche di cui sono composti che permettono di stabilizzare la placca nell’arteria, riducendo il rischio di recidiva del restringimento, definita “ristenosi”: “La maglia degli stent attualmente disponibili nella pratica clinica rimane permanentemente a livello del vaso ma viene ricoperta da cellule, diventando tutt’uno con la parete vasale”, spiega l’esperto.

Tra le ultime novità, di fondamentale importanza soprattutto nei casi di malattia arteriosa ischemica di crescente complessità, ci sono gli stent medicati che permettono di evitare l’intervento chirurgico quando particolarmente rischioso: “Recentemente si stanno sviluppando degli stent con maglie che si riassorbono nel tempo con lo scopo di migliorare la biocompatibilità, l’efficacia e la sicurezza di questi dispositivi nel tempo”. (ASCA)

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