Carenza di vitamina D in eta’ pediatrica: implicazioni e complicazioni

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Una carenza di vitamina D collegata all’aumento di peso nei bambini. Lo studio
Se il bambino ingrassa potrebbe non essere dovuto al cibo spazzatura, al poco movimento o perché mangia troppo. Dietro all’accumulo di grasso, specialmente intorno alla vita, pare infatti ci sia un deficit di vitamina D.

A sostenere la tesi che vi sia un collegamento tra una carenza di questa vitamina e l’accumulo di grasso al girovita sono i ricercatori dell’Università del Michigan (Usa). Gli scienziati ricordano che il grasso accumulato in questa parte del corpo è quello più temibile.

Non si tratta di una mera questione estetica, ma di problemi di salute. Il grasso intorno alla vita è stato accusato di esporre al rischio di diabete di tipo 2, malattie cardiache e altre patologie più o meno gravi nel corso della vita.

Il dottor Eduardo Villamor e colleghi hanno coinvolto nello studio 479 bambini di età compresa tra i 5 e i 12 anni residenti in Colombia. A partire dal 2006, li hanno seguiti per quasi tre anni.
All’inizio dello studio hanno prelevato dei campioni di sangue per misurare i livelli di vitamina D e, al tempo stesso, hanno preso delle misure per valutare le condizioni fisiologiche rispetto al grasso corporeo. Gli indicatori comprendevano l’Indice di Massa Corporea (BMI), la circonferenza della vita e il rapporto sottoscapolare pelle/tricipiti.

Dai risultati ottenuti a termine studio, si è scoperto che la carenza di vitamina D era collegata a un drastico aumento della circonferenza del girovita legata a un accumulo di grasso. Oltre a ciò, si è trovato che una deficienza di questa vitamina rallentava la crescita in altezza dei bambini di sesso maschile; le femmine pare non ne risentano in questo senso.
«Abbiamo scoperto che i bambini con i livelli più bassi di vitamina D, all’inizio tendevano ad aumentare di peso più velocemente che non i bambini con livelli più alti», ha scritto Villamor sulle pagine dell’American Journal of Clinical Nutrition su cui ha riportato i risultato del suo studio.
La Stampa

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