Insufficienza renale cronica: killer silenzioso che si combatte con la prevenzione

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220mila le persone affette nella sola Campania (266 milioni spesi in assistenza nel 2009). Le diagnosi tempestive possono ritardare di 5 anni l’entrata in dialisi, determinando risparmi per 23 milioni di euro l’anno

E’ la disinformazione più costosa per la collettività e più dannosa per la salute e la qualità della vita delle persone: riguarda la malattia renale cronica, definita“killer silenzioso” perché non presenta sintomi, opera per anni indisturbata e, quando si manifesta, è in genere troppo tardi per affrontarla efficacemente. Mentre invece una diagnosi precoce, effettuata con esami semplici, poco costosi e assolutamente non invasivi, presenta ottime possibilità di cura.

 

Le patologie renali e quello che la comunità scientifica da un lato e le istituzioni, dall’altro, fanno per accelerare sulla prevenzione, hanno caratterizzato l’incontro svoltosi di recente a Napoli promosso da Value Relations in collaborazione con Abbott e con il patrocinio della Regione Campania, della SIN (Società Italiana di Nefrologia) e della SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera).

 

La malattia renale cronica rappresenta una reale emergenza di salute e di politica sanitaria, costituisce un rischio di vita analogo ad un tumore e peggiora gravemente la qualità di vita per il paziente e per i familiari. Colpisce un grande numero di persone: un italiano su 10 ha un certo grado di riduzione della funzione renale e 1 su 1000 è in trattamento sostitutivo, dialisi o trapiantoIn Campania sono circa 220mila le persone affette da insufficienza renale cronica (IRC). La spesa nel 2009 è stata pari a 266 milioni di euro, riferita ai soli trattamenti dello stato più grave della malattia; tale cifra, senza una tempestiva presa in carico del paziente da parte dello specialista nefrologo con un’adeguata somministrazione delle terapie appropriate, è destinata a lievitare a 372 milioni di euro tra meno di 10 anni. Queste le cifre elaborate dall’Osservatorio di Sanità e Salute, rese note al Convegno dal responsabile Studi Economici Alessandro Ridolfi.

L’antidoto consiste nella prevenzione. Che può essere estremamente efficace, se la diagnosi avviene nei tempi giusti. Solo ritardando l’entrata in dialisi del paziente di 5 anni, per la sola Regione Campania, il risparmio di risorse da destinare ad altre cure sarebbe di circa 23 milioni di euro l’anno – afferma Ridolfi -. Altri 29 milioni di euro potrebbero essere risparmiati se si intervenisse in modo tempestivo solo sul 10% dei pazienti nei primi stadi di progressione della malattia.

 

Le cure ci sono, fondamentale è il network fra medici di medicina generale e specialisti per procedere ad una corretta e tempestiva diagnosi, ma il vero e primo nemico è la disinformazione.

 

Gli italiani hanno scarsa conoscenza delle malattie renali e non sanno che un intervento tempestivo le può guarire o migliorare – sostiene Rosanna Coppo, Presidente della SIN, che illustra i risultati dell’indagine Eurisko promossa dalla Società Italiana di Nefrologia su un campione di 1400 individui rappresentativo della popolazione italiana adulta per avere riscontro delle conoscenze sulle malattie renali -. Il 90% degli intervistati ha sentito parlare di malattia renale cronica, ma non ne conosce le cause: il programma SIN 2010-2012 punta a migliorare la diagnosi precoce delle malattie renali attraverso un aumento di consapevolezza nella popolazione e con la collaborazione dei Medici di medicina Generale per stabilire percorsi diagnostico-terapeutici.”

 

Di rilievo quanto sta facendo la Regione Campania, che, con un provvedimento adottato a gennaio di quest’anno, ha varato uno specifico piano d’azione mirato alla prevenzione delle IRC. L’obiettivo è sviluppare una rete assistenziale territoriale adeguata e l’assistenza integrata fra ospedale e territorio, con particolare riferimento al rapporto, fondamentale, fra nefrologi e medici di medicina generale.

 

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