Nanoparticelle magnetiche ‘friggono’ determinate, cellule tumorali – sperimentate su esemplari murini

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‘Friggere’ le cellule tumorali con nanoparticelle magnetiche. Una delle idee piu’ recenti in fatto di terapie anticancro sta mostrando risultati estremamente incoraggianti, grazie a uno sviluppo messo a punto da alcuni ricercatori coreani. Scienziati dell’Universita’ Tonsei di Seul hanno infatti sperimentato sui topi questo tipo di tecnica con una nuova modalita, riportando successi impressionanti e nessun apparente effetto collaterale.

Le cellule cancerose, come quelle normali, cominciamo a morire quando la loro temperatura sale oltre i 43 gradi Centigradi. La chiave per uccidere col calore solo le cellule malate, sta appunto nel renderle ‘magnetiche’, iniettando delle nanoparticelle composte essenzialmente da blocchi di ferro e altri metalli, all’interno dei tumori. Il paziente, nel caso sperimentale un topolino, e’ stato poi introdotto in un campo magnetico, che inverte la sua direzione migliaia di volte ogni secondo: in questo modo, le nanoparticelle si eccitano e si riscaldano, distruggendo il tessuto canceroso che le circonda.
Il tessuto sano, invece, non e’ alterato dal campo magnetico (perche’ non e’ raggiunto dal ferro) e quindi non risulta danneggiato.


La terapia non e’ ancora stata testata negli umani. Uno dei suoi difetti, tuttavia, risiede nel fatto che le nanoparticelle interagiscono debolmente con i campi magnetici, e quindi sarebbe necessario iniettarne grandi quantita’ in un corpo umano, per avere degli effetti apprezzabili. Anche se le nanoparticelle non sono particolarmente tossiche, immetterle nel corpo in dosi massicce potrebbe innescare reazioni allergiche causate dalla risposta del sistema immunitario. Come si legge su Nature Nanotechnology, Jinwoo Cheon e il suo gruppo di ricerca stanno studiando un modo di creare delle nanoparticelle piu’ ‘sensibili’ al calore di quelle normali, in modo da rendere sufficiente l’iniezione di dosi minori. Finora, sono riusciti a ottenere delle nanoparticelle composte da due strati di minerali diversi, disposti secondo un guscio esterno e un ‘nocciolo’ interno. Le nanoparticelle cosi’ ottenute, si riscaldano fino a 10 volte di piu’, riducendo quindi al 10 per cento la dose che e’ necessario iniettare rispetto a quella ordinaria. Il team ha testato queste speciali nanoparticelle su alcuni topi con tumore cerebrale e ha fatto raggiungere alle cellule tumorali una temperatura compresa fra 43 e 48 gradi per 10 minuti. Dopo 4 settimane, tutte le tracce di cancro erano sparite e non c’era nessun effetto collaterale. ”Un risultato veramente impressionante – ha detto Naomi Halas, nanoingengere della Rice University di Houston – i ricercatori coreani sono riusciti a superare un ostacolo che sembrava insormontabile”.

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