La cefalea a grappolo impatta notevolmente sulla qualita’ della vita delle persone che ne soffrono ma purtroppo finora non sono stati ancora sviluppati metodi terapeutici adeguati.

Da uno studio effettuato dall’University Medical Centre di Essen e pubblicato sul Deutsches Arzteblatt International emerge che nuove procedure invasive, come la stimolazione cerebrale profonda dell’ipotalamo e la stimolazione bilaterale del nervo occipitale, possono effettivamente aiutare i pazienti con questo tipo di patologia. La cefalea a grappolo e’ la piu’ comune forma di patologia causata dal nervo trigemino. Solitamente i pazienti soffrono di attacchi unilaterali brevi, di tipo trafittivo, accompagnati da irrequietezza. Ogni singolo attacco puo’ durare in genere dai 15 ai 180 minuti. Le cause della cefalea a grappolo non sono ancora chiare ma e’ noto che gli uomini sono colpiti piu’ spesso delle donne, con un rapporto di 3,5 a 1. Secondo i ricercatori tedeschi, guidati da Charly Gaul del Medical Centre di Essen, trattare gli attacchi di dolore con triptans o inalazione di ossigeno puro e’ una terapia efficace e ben supportata da prove scientifiche.

Secondo gli autori, il verapamil e’ il principio attivo adatto ai fini di profilassi, da adottarsi ai fini della sua efficacia entro la prima settimana dall’insorgenza della patologia; mentre una buona alternativa, soprattutto per il trattamento delle malattie croniche, e’ rappresentata dal litio. Tuttavia le nuove metodologie terapeutiche basate sulla stimolazione cerebrale profonda dell’ipotalamo e la stimolazione bilaterale del nervo occipitale, sembrano promettere risultati assai piu’ efficaci.

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