Alzheimer: farmaco anti-tumorale cancella i sintomi

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Su “Science” gli esiti promettenti della ricerca condotta sui topi dai neuroscienziati di Cleveland. Il bexarotene riesce ad aumentare la capacità e l’effetto dell’apolipoproteina E nel ripulire il cervello dalle placche della malattia

ROMA – Arriva dagli Usa una nuova speranza nella ricerca di una cura per l’Alzheimer. I neuroscienziati della Case Western Reserve University School of Medicine di Cleveland hanno scoperto che un medicinale usato da anni contro i tumori è in grado di annullare rapidamente i sintomi dell’Alzheimer, almeno nei topi. Si tratta di un farmaco in grado di invertire i deficit cognitivi, comportamentali e di memoria causati dalla comparsa di questa forma di demenza. I risultati dello studio, pubblicato su Science, sono giudicati “più che promettenti” dagli stessi ricercatori pur con la prudenza che si deve a un trial condotto, per ora, solo su animali.

Al centro dello studio c’è il bexarotene, da oltre 10 anni approvato dalla Food and drug administration (Fda) per il trattamento del cancro. Il team di Gary Landreth, che da anni studia la formazione dell’Alzheimer, aveva già scoperto che il vettore principale del colesterolo nel cervello, l’apolipoproteina E (ApoE), funziona come uno ‘spazzino’ facilitando la pulizia delle proteine beta amiloidi. Nel nuovo studio, Landreth e i suoi colleghi hanno voluto testare l’efficacia del bexarotene per aumentare l’espressione di ApoE e, dunque, ripulire il cervello dalle placche tipiche della malattia neurologica, ed hanno accertato che il farmaco stimola i recettori dei retinoidi X (RXR), che controllano la quantità di ApoE prodotta.

Il risultato ha sorpreso gli stessi scienziati, soprattutto per la velocità con cui bexarotene migliora i deficit di memoria e gli altri problemi legati al morbo di Alzheimer. Entro sei ore dalla somministrazione del medicinale, infatti, i livelli di beta amiloide solubili sono scesi del 25% e l’effetto è durato fino a tre giorni. Un cambiamento correlato con un rapido miglioramento in tre diversi modelli murini del morbo di Alzheimer.

Non solo: il farmaco ‘spazzino’ ha cancellato più della metà delle placche amiloidi nel cervello dei topolini entro 72 ore dal trattamento. La ricerca suggerisce dunque che l’aumento dei livelli di ApoE nel cervello può rappresentare una strategia terapeutica efficace per eliminare le sostanze associate ai disturbi di memoria e cognitivi legati all’Alzheimer.

“E’ una scoperta senza precedenti – ha detto Paige Cramer, uno dei ricercatori della Case Western Reserve School of Medicine – ; in passato il miglior trattamento per la malattia di Alzheimer nei topi aveva richiesto diversi mesi per ridurre le placche nel cervello”. “Dobbiamo essere chiari – aggiunge Landreth – questo farmaco funziona abbastanza bene nei modelli murini della malattia. Il nostro prossimo obiettivo è ora quello di verificare se agisce in modo simile negli esseri umani. Siamo proprio all’inizio del lavoro per tradurre questa scoperta di base in un un trattamento”. I ricercatori sperano che il buon profilo di sicurezza del bexarotene consenta di accelerare la marcia verso i trial clinici.

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