Carcinoma mammario: nuova soluzione sottocutanea del farmaco

0

Presentati i risultati dello studio di fase III, HannaH, condotto su donne affette da carcinoma mammario in stadio precoce (eBC – early breast cancer) HER2-positivo, che per la prima volta dimostrano come una nuova via di somministrazione di trastuzumab, ovvero quella sottocutanea (SC), consenta di ottenere un’efficacia (sulla base della risposta patologica completa (pCR); completa eradicazione delle cellule tumorali nel seno) paragonabile alla via di somministrazione del farmaco per via endovenosa (EV), utilizzata attualmente.

Trastuzumab SC potrebbe fornire una maggiore praticita’ alle pazienti rispetto al metodo tradizionale EV, grazie alla via di somministrazione meno invasiva e a tempi di somministrazione piu’ rapidi (5 minuti rispetto a 30 – 90 minuti dell’infusione). Lo studio HannaH ha dimostrato inoltre che con la somministrazione sottocutanea si ottengono concentrazioni medie di trastuzumab nel sangue (farmacocinetica, PK) paragonabili a quelle della formulazione per via endovenosa. Il profilo di sicurezza globale in entrambi i bracci dello studio HannaH e’ stato in linea con quello previsto per il trattamento con trastuzumab e chemioterapia standard in questa indicazione. I risultati sono stati presentati all’8th European Breast Cancer Conference (EBCC-8) di Vienna durante la sessione del keynote symposium.

“La formulazione sottocutanea di trastuzumab fornisce un’alternativa al farmaco somministrato per via endovenosa e rappresenta un’opzione terapeutica importante per le pazienti affette da carcinoma mammario HER2-positivo.” – spiega Hal Barron, M.D., Chief Medical Officer e Head, Global Product Development di Roche – “Poiche’ e’ meno invasivo e la somministrazione richiede cinque minuti, non gli attuali 30-90, trastuzumab sottocutaneo risulta piu’ pratico per le pazienti e potrebbe ridurre i costi sanitari imposti dalla formulazione standard per via endovenosa”. La somministrazione per via sottocutanea e’ meno invasiva rispetto all’infusione endovenosa e potrebbe consentire alle pazienti di trascorrere meno tempo in ospedale per sottoporsi alla terapia con trastuzumab, migliorando in modo significativo la loro qualita’ di vita.
Questo e’ particolarmente importante nell’indicazione per il carcinoma mammario in stadio iniziale, per la quale trastuzumab viene generalmente utilizzato per un anno.(AGI – Salute)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *