Consumo cocaina: lesioni fisiche e facciali di distruzione

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Perforazione del setto nasale, addirittura anche del palato duro e in casi fortunatamente poco frequenti collasso della struttura del viso. Sono i danni derivanti dall’uso ampio ed abituale della cocaina, registrati e anche illustrati in uno studio a cira del Dipartimento antidroga della presidenza del Consiglio, diretto da Giovanni Serpelloni.


Nelle 35 pagine dello studio, che l’Adnkronos ha visionato, si rileva tra l’altro che il 4,8% di chi fa uso di cocaina (dunque, non consumatori abituali “pesanti”, ma tutti coloro che fanno uso abituale di cocaina) subisce la “necrosi ischemica della cartilagine del setto e alla sua perforazione”. Le immagini dello studio, davvero crude, sono eloquenti al riguardo.
“Talvolta -afferma lo studio- le lesioni indotte da cocaina comportano un’ampia distruzione delle strutture osteocartilaginee del naso , dei seni paranasali e del palato, distruggendo le strutture esterne e interne di un volto provocando devastanti lesioni con danni estetici e funzionali”: le foto illustrano bene quanto scritto, mostrando visi praticamente piatti, con una piccola massa informe al posto del naso.

Il danno indotto dalla cocaina “riconosce una genesi multifattoriale -si legge ancora-. L’effetto vasocostrittore della sostanza sembra essere tuttavia un importante elemento patogenetico. Cio’ nonostante, l’effetto irritante degli adulteranti presenti nella composizione della sostanza, l’effetto traumatico indotto sulla mucosa dai cristalli inspirati ad alta velocita’ e anche le infezioni ricorrenti sembrano tutti contribuire alla graduale distruzione del tessuto. Si ipotizza che l’apoptosi indotta dalla cocaina nelle cellule della mucosa nasale sia uno dei meccanismi principali nello sviluppo di lesioni distruttive della linea mediana e che l’elevata diffusione di cellule apoptotiche possa rappresentare un fattore prognostico nei soggetti che abusano di questa sostanza”.
L’apoptosi e’ una forma di morte cellulare programmata, un meccanismo corporeo che contribuisce al mantenimento del numero di cellule di un sistema che pero’ nei casi studiati non riesce a trovare uno “sbocco” ma tende a reiterarsi, con un moto circolare: “in condizioni alterate vengono interessate da questo meccanismo anche le cellule sane. Di conseguenza il processo di guarigione delle ferite nel naso si blocca. Contemporaneamente l’effetto della cocaina svanisce e il paziente ricomincia con una nuova assunzione”, continuando ad ampliare il danno fino alle conseguenze registrate.
Nel momento in cui smette l’assunzione “si innesca un effetto di vasodilatazione massiva con frequente fuoriuscita di sangue che si mescola con il muco bloccato nelle fosse nasali. Questo causera’ la formazione di voluminose croste. Il soggetto iniziera’ quindi a non respirare dal naso, e a cercare di rimuovere le croste anche con oggetti taglienti. Essendo il naso anestetizzato il paziente si causa nuove lesioni che in un ambiente di cellule attivate per la morte programmata il suo organismo non e’ in grado di riparare”.

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