Fecondazione: si torna alla videosorveglianza degli embrioni

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Un nuovo sistema, paragonabile alla cinematografia in ‘Time Lapse’, permette di analizzare e visualizzare tutte le fasi dello sviluppo embrionale dando cosi’ informazioni utili per migliorare la Fecondazione assistita. Lo spiega il professor Riccardo Talevi, presidente della FISSR (Federazione Italiana delle Societa’ Scientifiche della Riproduzione), noto embriologo italiano, in occasione del II Congresso Nazionale in corso a Riccione.

”La cinematografia in time lapse (tecnica cinematografica nella quale la frequenza di cattura di ogni fotogramma e’ inferiore a quella di riproduzione) non e’ una tecnologia recente ed era stata applicata gia’ nel 1929 per lo studio di embrioni di coniglio in vitro. Oggi, tuttavia – illustra il professor Talevi – torna alla ribalta con un nuovo sistema incorporato all’interno di un incubatore che a sua volta e’ collegato tramite software ad un computer per analizzare e visualizzare tutte le fasi dello sviluppo embrionale in vitro. E’ importante ricordare – sottolinea lo studioso – che per la completa validazione di questo sistema denominato embrioscope bisognera’ aspettare risultati di ulteriori specifici studi prospettici randomizzati”.

Secondo il presidente della FISSR la tecnica dell’embrioscope nasce anche dalla necessita’ di evitare il rischio correlato con le gravidanze multiple. E specifica che ”la ricerca nell’ambito dell’embriologia clinica sta finalizzando i suoi sforzi affinche’ emergano nuove metodologie che permettano di identificare in maniera non invasiva, fra gli embrioni ottenuti in vitro, quello che presenta la migliore capacita’ di sviluppo e impianto”. A tal proposito il professor Talevi ricorda che tra i criteri di selezione embrionale sono state utilizzate differenti tecnologie: screening per le anomalie numeriche dei cromosomi, consumo di ossigeno, profilo metabolomico (studio sistematico delle impronte chimiche lasciate da specifici processi cellulari) analisi dell’espressione genica al fine di identificare un marker che possa affiancare i normali criteri di selezione embrionale ma precisa che ”nonostante questi metodi siano molto promettenti i sistemi di selezione embrionale basati sulla morfologia associata alla cinetica di divisione embrionale (embrioscope) sembrano essere i piu’ promettenti e veloci da attuare”.

Se la video sorveglianza degli embrioni corre in aiuto a chi si occupa di fecondazione assistita, buone notizie arrivano anche dagli studi sulla ricettivita’ endometriale ad eventuali impianti che diano vita a gravidanze future.

Carlo Simon, direttore scientifico dell’Instituto Valenciano de Infertilitad e vincitore di numerosi premi per la ricerca scientifica, intervenendo ai lavori del II Congresso nazionale della Federazione Italiana della Societa’ scientifiche della riproduzione, ha presentato il test di recettivita’ ”endometriale” denominato ERA (endometriale receptivity array) che permette tramite lo studio dell’espressione di 238 geni presenti nell’endometrio di identificare la recettivita’ endometriale ad un eventuale impianto. L’utilizzo di questo test permetterebbe di aumentare le possibilita’ di gravidanza dopo trasferimento embrionale nei cicli di riproduzione assistita.

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