Tumori, ridurre progressivamente l’utilizzo del bisturi. Come

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anatomia vescica maschile

Modulare l’intensita’, l’estensione e gli eventuali danni funzionali dei trattamenti terapeutici in base all’aggressivita’ della malattia ed alle condizioni del paziente: ”Il futuro della chirurgia sara’ dunque affidato alla progressiva riduzione dell’uso del bisturi a favore di fonti di energia sino all’estremo uso per via extracorporea”.

 

Lo ha detto Giario Conti, Presidente di AURO.it e Primario della Divisione di Urologia presso l’Ospedale Sant’Anna di Como ad Uroleague 2012, la tre giorni di lavoro organizzata dall’Associazione Urologi Italiani (AURO.it) nella cornice di Lido di Camaiore.

L’appuntamento vede al centro dell’incontro la chirurgia urologica con interventi trasmessi in collegamento dalle sale operatorie della U.O.C di Urologia dell’Ospedale Versilia, con l’obiettivo di esplorare le diverse possibilita’ terapeutiche che possono essere eseguite in sala operatoria nel trattamento dei principali tumori dell’apparato urinario (rene, surrene, uretere, vescica, prostata, testicoli) fornendo strumenti pratici e applicabili quotidianamente dai medici in sale operatorie, reparti e ambulatori.

Con riferimento alle neoplasie piu’ frequenti in ambito urologico la comunita’ scientifica e’ attualmente orientata a minimizzare l’invasivita’ delle terapie e a trovare il giusto compromesso fra necessita’ oncologiche e salvaguardia della qualita’ della vita del paziente.

La personalizzazione dei trattamenti rappresenta una direzione percorribile ogni qual volta l’intensita’ della patologia lo permetta e le evidenze della letteratura lo supportino.

”Modulare i trattamenti – conclude Giovanni Muto Past President di AURO.it e Primario Urologo presso l’Ospedale san Giovanni Bosco di Torino – adattarli caso per caso, privilegiare tecniche chirurgiche conservative degli organi interessati, oggi sono opzioni possibili grazie ai notevoli progressi raggiunti dall’urologia oncologica”.

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