Tutti i poteri benefici del curry sul nostro sistema immunitario

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Una spezia ‘tuttofare’. Il curry incassa un’altra recensione in suo favore: questa volta arriva da uno studio Usa che svela un’altra dote di uno degli ingredienti del condimento usato da centinaia di anni.

Ricercatori dell’Oregon State University hanno scoperto che la curcumina può provocare un modesto ma misurabile incremento dei livelli di una proteina ritenuta strategica per l’immunità innata, aiutando a prevenire infezioni nell’uomo e in altri animali. Si tratta del peptide antimicrobico catelicidina (Camp), che aiuta il sistema immunitario a respingere batteri, virus e funghi, anche se il nostro organismo non li ha mai incontrati prima.
Finora questa capacità di aumentare i livelli del peptide in questione era nota per la vitamina D. La scoperta di un meccanismo alternativo in grado di influenzare o accrescere il Camp, spiegano gli scienziati in uno studio pubblicato sul ‘Journal of Nutritional Biochemistry’, potrebbe aprire nuove vie alla ricerca sul fronte della nutrizione e della farmacologia.

La curcuma è una spezia giallo-arancio, ingrediente di base in molti curry, comunemente usata nella cucina indiana, del Sud dell’Asia e del Medio Oriente. Ma ha anche un ‘passato medico’, visto che per 2.500 anni è stata usata come composto medicinale nella medicina Ayurvedica in India. Da quelle parti la curcuma è trattata con reverenza ed è protagonista in diverse cerimonie religiose o in occasione di matrimoni.
Anche gli scienziati autori della ricerca – ricercatori del Linus Pauling Institute dell’Oregon State University, in collaborazione con l’Università di Copenhagen in Danimarca e con il supporto dei National Institutes of Health (Nih) – si aggiungono alla lista di chi ne esalta le qualità.
“La ricerca punta su un nuovo modo per regolare l’espressione del gene Camp. La curcumina potrebbe fornire un altro strumento per sviluppare terapie mediche”, sottolinea Adrian Gombart, professore associato di biochimica e biofisica nel Linus Pauling Institute. Il potere della curcumina sul Camp non è così forte come quello della vitamina D, precisa lo studioso, ma potrebbe comunque avere un valore fisiologico. Tanto più che la curcumina, ricorda, è stata studiata anche per le sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti.
Nonostante tutto, però, “viene consumata a bassissime dosi nella dieta”, osserva Gombart. “E’ possibile che un consumo prolungato nel tempo sia sano e aiuti a proteggere da infezioni, specialmente lo stomaco e il tratto intestinale”. Nello studio la curcumina ha quasi triplicato i livelli di Camp, peptide antimicrobico che sembra avere la capacità di uccidere una vasta gamma di batteri incluso quelli che causano la tubercolosi, e proteggere contro lo sviluppo di sepsi.

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