Tra i fumatori il rischio di osteoporosi e fratture ossee in netto aumento

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Ci sono voluti 20 anni per identificare come le sigarette aumentano il rischio di osteoporosi e di conseguenza di ritrovarsi delle ossa talmente fragili da rompersi anche con piccoli traumi. A rivelarlo è un nuovo studio del Creighton University (Usa) pubblicato sulla rivista ‘Journal of Proteome Research’. La ricerca ha svelato come l’organismo delle persone con il vizio delle ‘bionde’ produce grandi quantità di due proteine che innescano un processo all’interno dell’organsimo in grado di incrementare la produzione di osteoclasti. Queste grosse cellule dal sangue arrivano sulla superficie dell’osso e lo ‘rosicchiano’, prelevando il calcio di cui l’organismo ha bisogno. Un processo di per sè naturale e rigenerativo, ma se gli osteoclasti sono in eccesso possono indebolire la struttura ossea.

Secondo i ricercatori, che hanno effettuato il lavoro su topi da laboratorio, alcuni precedenti studi avevano suggerito che le tossine prodotte dall’aspirazione del fumo di sigaretta influenzavano negativamnete, indebolendola, l’attività degli osteoblasti, le cellule che costruiscono il nuovo tessuto osseo, e degli osteoclasti, responsabili della disgregazione di matrice ossea. La novità, emersa dal lavoro di analisi delle differenze nel processo genetico tra fumatori e non fumatori, è che i primi producono una quantità insolitamente elevata di due proteine che favoriscono la produzione di osteoclasti, cellule che ‘mangiano’ l’osso, rispetto a chi non fuma.
Una condizione che nei fumatori più incalliti aumenta il rischio di di finire vittime dell’osteoporosi, con un maggior rischio di andare incontro a fratture anche per banali incidenti. E le più frequenti sono quelle alle vertebre, al polso e al femore.

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