Ictus: una proteina del sangue ne riduce i danni, studio dell’Ist Mario Negri di Milano

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L’inibizione di una proteina endogena del sangue appartenente al sistema del complemento, chiamata Mannose Binding Lectin (Mbl), riduce fortemente il danno cerebrale causato da ictus, consentendo di allungare utilmente il tempo di intervento fino a quasi 24 ore. Questo il risultato di uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica ”Circulation’ e coordinato da Maria Grazia De Simoni, Responsabile del Laboratorio infiammazione e malattie del sistema nervoso dell’Istituto Mario Negri di Milano: ”La nostra ricerca – spiega – innanzi tutto svela un meccanismo completamente nuovo responsabile del danno cerebrale indotto da ictus, molto precoce e caratterizzato dalla deposizione della proteina MBL sui microvasi cerebrali ischemici. In secondo luogo dimostra che interferire con questo meccanismo bloccando Mbl con diverse strategie farmacologiche consente di ridurre il danno cerebrale con una finestra terapeutica d’intervento di 18-24 ore”.

Utilizzando modelli animali sperimentali clinicamente rilevanti di ischemia cerebrale, i ricercatori hanno infatti ottenuto una forte riduzione del danno ischemico sia mediante la somministrazione di un anticorpo che blocca Mbl, sia mediante la somministrazione di una nuova molecola ideata e sintetizzata dal gruppo di Anna Bernardi, del Dipartimento di Chimica dell’Universita’ di Milano in collaborazione con quello di Javier Rojo del CSIC Siviglia, e caratterizzata nel laboratorio di Marco Gobbi dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. A tutt’oggi l’unica terapia disponibile per l’ischemia cerebrale e’ l’attivatore tissutale del plasminogeno. Purtroppo pero’ meno del 5-7% dei pazienti puo’ essere sottoposto a questo trattamento in quanto questo farmaco puo’ avere gravi effetti collaterali e non puo’ essere somministrato oltre le 4.5 ore dall’evento ischemico.

”Per questi motivi – dice ancora Maria Grazia De Simoni – e’ necessario identificare nuove terapie efficaci contro l’ictus che abbiano una finestra terapeutica piu’ ampia, con lo scopo di aumentare la percentuale di pazienti che possa beneficiarne. La scoperta che inibire MBL in maniera specifica conferisce protezione anche quando si interviene molte ore dopo l’evento ischemico consentira’ di sviluppare una nuova e promettente terapia per i pazienti colpiti da ictus”.
(ASCA)

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