Comunicare le biotecnologie e l’innovazione in medicina

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A confronto scienziati e giornalisti

Milano, 2 ottobre 2012 – Oggi, in occasione dell’incontro stampa “Comunicare le biotecnologie e l’innovazione in medicina”, promosso da Merck Serono presso il  Circolo Della Stampa di Milano, alcuni dei maggiori esperti nel campo della scienza, dell’industria e della comunicazione si sono confrontati sulla difficile relazione tra i protagonisti della scienza e i media con l’obiettivo di favorire un’informazione il più possibile corretta ed attendibile in merito alle biotecnologie e le importanti novità scientifiche che hanno rivoluzionato la medicina.

“L’argomento delle biotecnologie è molto affascinante, ma allo stesso tempo, estremamente delicato – ha ricordato il professor Leonardo Santi, Presidente Onorario del Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita – Le biotecnologie sono elemento cruciale per garantire lo sviluppo delle ricerche in molti settori, specialmente per quanto riguarda le scienze della vita, in particolare determinano nuove e concrete modalità per la prevenzione, la diagnosi e la cura delle più gravi patologie. Fulcro essenziale di questo progresso è la ricerca traslazionale che coniuga a un tempo biologia e clinica. Nuovi farmaci biologici sono attualmente in corso di sperimentazione avendo presente nel contempo che queste nuove possibilità di impiego dovranno però essere contestuali a un’adeguata conoscenza sia in modo divulgativo che professionale.”

 

·      Qual è lo scenario attuale del rapporto scienziati e giornalisti?

 

“La scienza è diventata parte integrante della nostra cultura – afferma il Professor Carlo Alberto Redi, Biologo e Professore di Biologia dello Sviluppo, Università degli Studi di Pavia – Il rapporto fra giornalisti e scienziati è divenuto molto fitto con il compito di informare l’opinione pubblica sul significato degli obiettivi raggiunti (o da raggiungere) dalla scienza e dalla biomedicina. Correttezza, obiettività e attendibilità dell’informazione si intrecciano dunque inevitabilmente con principi e valori etici.”

 

·         Quali sono le maggiori difficoltà del rapporto tra scienziati e media?

 

“Il rapporto tra scienziati e media risente ovviamente delle pressioni, dei limiti e dei vincoli delle reciproche professioni. – continua il Professor Redi – Per il giornalista: tempi stretti, difficoltà ad approfondire, necessità di attirare il lettore, mancanza di scrutinio critico, tendenza ad accettare ciò che dicono gli scienziati come obiettivo neutrale e a non verificare le fonti. E per lo scienziato: competitività, fretta di bruciare le tappe, controllo sui mezzi di comunicazione attraverso uffici stampa agguerriti. In altre parole, così come certi scienziati sono troppo zelanti nel ricercare la copertura della stampa, certi giornalisti non verificano l’attendibilità delle fonti. Esempio eclatante e paradigmatico del rapporto tra media, scienza e grande pubblico è dato dal modo in cui, nel 2010, i media hanno dato notizia dell’approvazione dell’HFEA (l’Autorità britannica per la regolamentazione della ricerca sulla fecondazione e l’embriologia) alla creazione di embrioni ibridi ottenuti dall’inserimento di nuclei umani di cellule somatiche in ovociti animali, al fine di derivare linee di staminali embrionali. Tale pratica – prosegue il professor Redi – permette di creare “in provetta” modelli cellulari di patologie molto severe, con importanti benefici per la ricerca su tali malattie. Ciò nonostante, la notizia diffusa dalla maggior parte dei media è stata ben diversa: “Autorizzata la creazione di individui mezzo uomo e mezzo animale”. Una chiave di lettura fantasiosa ed assolutamente non corretta dal punto di vista scientifico: l’approvazione da parte dell’HFEA riguardava infatti la possibilità di creare embrioni ibridi solo per quanto riguarda il citoplasma (non a caso si parla di cibridi, dall’inglese cybrids, cytoplasmic hybrids).”

 

·         In che modo i mass media possono veicolare importanti informazioni per la salute dei cittadini?

 

Il desiderio di fare notizia può portare i giornalisti scientifici a enfatizzare le informazioni provenienti dal mondo della ricerca. La doppia difficoltà della comunicazione scientifica sta quindi certamente nel riuscire a trasmettere le informazioni utili senza tradire la loro natura e banalizzare la loro complessità. I mass media – secondo la dottoressa Adriana Albini (Ricercatrice Oncologica- Multimedica Onlus-Milano; pubblicista free lance, collaboratrice di Repubblica R2) – hanno un ruolo fondamentale soprattutto per la prevenzione: programmi televisivi, spot pubblicitari, articoli a stampa, campagne ed iniziative attivate con le scuole, possono sensibilizzare il pubblico verso un corretto stile di vita, sottolineando, ad esempio, come l’alimentazione, l’esercizio fisico l’astensione da fumo e da alcool siano tasselli chiave per la lotta contro il tumore. Una maggiore informazione sulla malattia e sui centri di screening precoce favorisce un atteggiamento più attento e partecipe da parte della popolazione, spingendola a prevenire prima ancora che curare.”

 

·         Ma cosa sanno gli Italiani delle biotecnologie?

 

“Le conoscenze degli Italiani sulle biotecnologie sono parziali e frammentarie – ha dichiarato il Dottor Agostino Carloni, Direttore Comunicazione e Studi di Farmindustria – E’ quanto emerge da uno studio di Gfk Eurisko sulle conoscenze e gli orientamenti degli italiani e dei giovani sulle biotecnologie applicate alla ricerca farmaceutica. L’indagine, che ha riguardato un campione di 1.000 casi (dai 14 anni in su) rappresentativo della popolazione e 336 giovani (tra i 15 e i 25 anni), evidenzia come metà degli Italiani e quasi il 60% dei giovani dichiarino di aver sentito parlare di biotecnologie, anche se ne danno una definizione generica. Una volta però portata a conoscenza della definizione di biotecnologie, la percentuale delle persone che riconoscono di esserne informate si riduce al 32% della popolazione e al 43% dei giovani. Un dato quest’ultimo che può certamente crescere grazie a un’attività di sensibilizzazione ancora maggiore anche da parte delle scuole.

Gli italiani chiedono soprattutto ai media, alle Istituzioni e agli esperti una migliore informazione: chiara, semplice ed esplicativa. Solo così si possono ridurre i timori e trasmettere efficacemente il valore delle biotecnologie.”

 

·         Perché le biotecnologie sono così importanti per l’uomo?

 

“Le biotecnologie sono tecniche trasversali e possono essere applicate con successo in una molteplicità di settori, dalla salute al benessere, dall’agricoltura all’alimentazione fino all’edilizia, tanto che oggi si parla di bioeconomia come opportunità di sviluppo e di occupazione” risponde il Dottor Leonardo Vingiani, Direttore Assobiotec.

“Una realtà importante del nostro Paese è il settore delle biotecnologie della salute dedicate al farmaco con 188 aziende operanti sul territorio – spiega il Dottor Carloni -. Nel mondo sono oltre 350 milioni i pazienti curati con farmaci biotech.

 

·         In che modo le biotecnologie offrono benefici in termini di salute?

 

“Grazie alle biotecnologie, sono stati raggiunti importanti risultati sia a livello di prevenzione, sia a livello di terapia con numerosi farmaci cui ben presto si affiancheranno le terapie personalizzate, – continua il Dottor Vingiani –  ovvero quelle più idonee per lo specifico problema di salute di un determinato paziente. Secondo The Pharmaceutical Research and Manufacturers of America, ad oggi sono stati impiegati più di 600 farmaci e terapie biotecnologiche per trattare più di 100 malattie. Numerosi altri saranno disponibili nel prossimo futuro: circa il 50% di tutti i nuovi farmaci e terapie in sviluppo, originano oggi dalle biotecnologie e la proporzione cresce nei trattamenti più innovativi.”

Informazioni su Merck Serono

 

Merck Serono è la divisione biofarmaceutica di Merck KGaA. Con sede centrale a Darmstadt, Germania, Merck Serono offre, in 150 Paesi, prodotti all’avanguardia in oncologia, sclerosi multipla, infertilità, disfunzioni endocrine e del metabolismo, oltre che in patologie cardiometaboliche. Negli Stati Uniti e in Canada Merck Serono opera con proprie affiliate con la denominazione EMD Serono.

 

Merck Serono ricerca, sviluppa, produce e commercializza farmaci da prescrizione di origine chimica o biotecnologica in indicazioni specialistiche. L’Azienda è fortemente impegnata nello sviluppare nuovi trattamenti nelle proprie aree terapeutiche d’elezione: neurologia, oncologia e reumatologia.

 

 

Informazioni su Merck

Merck è un gruppo globale farmaceutico e chimico con vendite per 10,3 miliardi di Euro nel 2011, una storia iniziata nel 1668 ed un futuro formato da circa 40.000 dipendenti in 67 Paesi. Il suo successo è caratterizzato dall’innovazione da parte di dipendenti imprenditori. Le attività operative di Merck sono svolte sotto il coordinamento della Merck KgaA, nella quale la famiglia Merck detiene una partecipazione del 70% ed altri azionisti il rimanente 30%. Nel 1917 la succursale negli Stati Uniti Merck & Co è stata espropriata ed è divenuta da allora in poi una società indipendente.

 

Per ulteriori informazioni visitare il sito www.merckserono.it

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