I primi risultati dello studio di Fase III CANVAS dimostrano che Canagliflozin in aggiunta a insulina riduce la glicemia in pazienti con diabete di tipo 2 a maggior rischio di malattie cardiovascolari

0

Canagliflozin si è dimostrato efficace e generalmente ben tollerato anche in un altro studio di Fase III  

su pazienti con diabete di tipo 2 di età compresa fra 55 e 80 anni

 

BEERSE (BELGIO), 2 ottobre, 2012 — I dati di uno studio di Fase III presentati in occasione del 48° Congresso dell’Associazione Europea per lo Studio del Diabete (EASD), dimostrano che Canagliflozin, in aggiunta a insulina, ha notevolmente ridotto i valori glicemici in pazienti con diabete di tipo 2 considerati a più alto rischio di malattia cardiovascolare[1].

 

CANVAS (Canagliflozin cardioVascular Assessment Study) è uno studio prospettico, in doppio cieco controllato verso placebo, condotto per valutare l’efficacia, la tollerabilità e la sicurezza cardiovascolare di Canagliflozin in 4.330 pazienti adulti con diabete di tipo 2 considerati a maggior rischio di malattie cardiovascolari, che sono la principale causa di mortalità per chi soffre di diabete di tipo 2, responsabili di più del 50% dei decessi.[2]

 

I risultati presentati si riferiscono a un sotto-studio di 18 settimane su 1.718 pazienti arruolati nello studio CANVAS in terapia insulinica in media da 7,1 anni.


I pazienti in questo sotto-studio che sono stati randomizzati per ricevere in somministrazione giornaliera Canagliflozin al dosaggio di 100 mg o 300 mg in aggiunta alla loro consueta terapia insulinica, hanno avuto riduzioni dell’emoglobina glicata (A1C) significativamente maggiori rispetto a placebo alla settimana 18 (variazione percentuale rispetto al basale, rispettivamente  di -0,65% e -0,73%, p<0,001). L’incidenza complessiva di eventi avversi emersi durante la terapia è stata generalmente simile in tutti i bracci in terapia.

 

“Negli adulti con diabete di tipo 2 il rischio di cardiopatia o ictus è da due a quattro volte superiore rispetto ai non diabetici” ha affermato David R. Matthews, FRCP, Professore di Diabetologia, Centro di Diabetologia, Endocrinologia & Metabolismo di Oxford, e co-sperimentatore principale dello studio CANVAS. “Gestire in maniera efficace il diabete di tipo 2 in pazienti a maggior rischio di malattie cardiovascolari e altre co-morbilità può essere complesso, in quanto questi pazienti hanno maggiori probabilità di sviluppare complicanze legate agli effetti collaterali della terapia ipoglicemizzante. I risultati di questo sotto-studio suggeriscono che Canagliflozin potrebbe costituire una nuova opzione terapeutica, importante per quei pazienti con diabete di tipo 2 a maggior rischio”.

 

Per quanto riguarda gli endpoint secondari d’efficacia dello studio CANVAS,  i pazienti in terapia con Canagliflozin sia al dosaggio di 100 mg, che a quello di 300 mg hanno registrato cali ponderali rispetto a placebo (variazione percentuale del peso corporeo pari rispettivamente a  -1,9% e -2,4%, p<0,001). Le riduzioni dei valori di glicemia plasmatica a digiuno sono state coerenti con i risultati ottenuti per l’endpoint primario da Canagliflozin 100 mg e 300 mg rispetto a placebo (rispettivamente -1,25 e -1,61 mmol/L, p<0,001). Gli endpoint secondari dello studio sono stati raggiunti e hanno compreso: diminuzione della pressione sistolica con Canagliflozin 100 mg e 300 mg (-2,6 e -4,4 mmHg, rispettivamente, p<0,001); riduzione della pressione diastolica con Canagliflozin 100 mg e 300 mg (rispettivamente -1,0 e -1,8 mmHg); aumento del colesterolo HDL con Canagliflozin in entrambi i dosaggi, [variazione percentuale, rispettivamente di 0,8% (0,02 mmol/L), p=0,46, e 4,7% (0,05 mmol/L), p<0,001 ancorché la variazione non sia stata statisticamente significativa per il dosaggio di 100 mg; aumento del colesterolo LDL con Canagliflozin 100 mg e 300 mg [rispettivamente 6,3% (0,03 mmol/L) e 6,6% (0,11 mmol/L)]; variazioni non statisticamente significative dei trigliceridi con Canagliflozin 100 mg e 300 mg [rispettivamente 0,2% (0,01 mmol/L), p=0,95, e -2,0% (-0,04 mmol/L), p=0,44]; aumenti del colesterolo totale con Canagliflozin 100 mg e 300 mg [rispettivamente 1,0% (0,05 mmol/L) e 3,3% (0,14 mmol/L)]. Tutti parametri d’efficacia importanti per valutare la terapia di gestione dei pazienti con diabete di tipo 2.

 

L’incidenza di eventi avversi che hanno comportato l’interruzione della terapia è stata superiore con Canagliflozin 300 mg (5,3%) rispetto a Canagliflozin 100 mg o placebo (1,9% per entrambi). La maggior parte di questi sono stati valutati dallo sperimentatore di grado da lieve a moderato e l’incidenza complessiva degli stessi è stata omogenea nei gruppi in trattamento. Infezioni micotiche genitali, aumento della frequenza della minzione e ipotensione in pazienti di sesso maschile e femminile sono stati più comuni con Canagliflozin 100 mg e 300 mg rispetto a placebo. Questi eventi avversi sono stati, in genere, di grado da lieve a moderato e raramente hanno comportato l’interruzione della terapia. Si è riscontrata un’incidenza lievemente superiore di infezioni alle vie urinarie con Canagliflozin 300 mg rispetto a Canagliflozin 100 mg e placebo. L’incidenza  di ipoglicemia è stata superiore con Canagliflozin 100 mg e  300 mg rispetto a placebo (rispettivamente 49% e 48% contro 37%). Questi dati sono stati inseriti nel Dossier Registrativo che Janssen ha inoltrato alla FDA statunitense e all’Agenzia dei Farmaci Europea (EMA) per ottenere l’approvazione di Canagliflozin per il trattamento del diabete di tipo 2, così come annunciato rispettivamente lo scorso 31 maggio 2012 e 26 giugno 2012.

 

In un secondo studio di Fase III, i cui risultati sono stati anch’essi presentati all’EASD, Canagliflozin ha ridotto in modo significativo i livelli di emoglobina glicata (A1C) rispetto a placebo, quando somministrato in aggiunta alla terapia ipoglicemizzante già in atto in pazienti con diabete di tipo 2, più anziani, che non avevano raggiunto un adeguato controllo glicemico.[3]

 

In questo studio randomizzato in doppio cieco controllato verso placebo della durata                                                                                                                                        di 26 settimane, noto come DIA3010, 714 pazienti con età media di 63,6 anni hanno ricevuto in somministrazione unica giornaliera Canagliflozin (100 mg o 300 mg), o placebo. I pazienti trattati con Canagliflozin 100 mg e 300 mg hanno avuto riduzioni sostanziali e mantenute nel tempo dei valori di emoglobina glicata con diminuzione significativamente superiore rispetto a placebo dopo 26 settimane (rispettivamente -0,57% e  -0,70%, p<0,001). L’incidenza complessiva di eventi avversi emersi durante il trattamento è stata simile per Canagliflozin 100 mg e 300 mg e placebo (rispettivamente 71,8% e 78.0% contro 73,4%).

 

“Valutare l’efficacia e la tollerabilità di nuovi farmaci ipoglicemizzanti in pazienti con co-morbilità quali malattie cardiovascolari, e pazienti più anziani è importante perché queste popolazioni di pazienti sono più vulnerabili e hanno maggiore necessità di terapie che siano efficaci e generalmente ben tollerate. I risultati presentati indicano che Canagliflozin può essere utile come terapia aggiuntiva in una vasta gamma di pazienti con diabete di tipo 2, fra cui proprio queste popolazioni più vulnerabili. La portata dei risultati del programma di sviluppo di Fase III rafforza anche il nostro impegno a sviluppare nuove opzioni terapeutiche per rispondere ai bisogni clinici non soddisfatti dei pazienti con diabete di tipo 2” ha dichiarato Kirk Ways, Vice Presidente e Team Leader Sviluppo Canagliflozin Janssen.

 

Per quanto riguarda gli endpoint secondari d’efficacia dello studio DIA3010, i pazienti trattati con Canagliflozin 100 mg e 300 mg hanno avuto cali ponderali superiori rispetto ai pazienti che hanno ricevuto placebo (rispettivamente -2,3% e -3,0%, p<0,001); le riduzioni dei valori di glicemia plasmatica a digiuno rispetto a placebo sono state omogenee a quelle dell’endpoint primario dell’emoglobina glicata  A1C (rispettivamente -1,4 e -1,5 mmol/L, p<0,001);  la pressione sistolica è diminuita con Canagliflozin 100 mg e 300 mg rispetto a placebo (rispettivamente -4,6 e -7,9 mmHg, p<0,001). Canagliflozin 100 mg e 300 mg hanno aumentato il colesterolo HDL rispetto a placebo [rispettivamente 5,3% (0,06 mmol/L) e 4,7% (0,05 mmol/L), p<0,001)], e il colesterolo LDL [rispettivamente 7,5% (0,13 mmol/L) e 7,8% (0,18 mmol/L)]; la pressione diastolica è scesa con Canagliflozin 100 mg e 300 mg (rispettivamente -1,6 e -3,2 mmHg); i trigliceridi sono diminuiti con Canagliflozin 100 mg (-4,8%) e aumentati con Canagliflozin 300 mg (0,7%).

 

Si sono avute basse percentuali di eventi avversi seri (rispettivamente 4,1% e 3,4% con Canagliflozin 100 mg e 300 mg contro 5,1% con placebo) e conseguenti basse percentuali di interruzioni della terapia (rispettivamente 2,1% e 7.2% con Canagliflozin 100 mg e 300 mg contro 4,2% con placebo). Infezioni micotiche genitali in pazienti di sesso maschile e femminile, eventi correlati alla diuresi osmotica, quali aumento della minzione e infezioni delle vie urinarie sono stati più frequenti in pazienti trattati con Canagliflozin rispetto a placebo. Questi eventi avversi sono stati generalmente di grado da lieve a moderato e raramente hanno comportato l’interruzione della terapia.Complessivamente, il 74,1% dei pazienti era in terapia di background con ipoglicemizzanti che possono comportare ipoglicemia (ad esempio insulina e secretagoghi d’insulina non glucosio dipendenti); in questi pazienti, i tassi di ipoglicemia sono stati leggermente superiori con Canagliflozin 100 mg e 300 mg rispetto a placebo (rispettivamente 43,1% e 47,4% contro 37,7%). In pazienti che non erano in terapia con quei farmaci l’incidenza di episodi ipoglicemici è stata bassa, con percentuali lievemente superiori osservate con Canagliflozin 100 mg e 300 mg rispetto a placebo (rispettivamente 6,7% e 4,8% contro 3,2%); un paziente nel gruppo Canagliflozin 100 mg ha avuto un episodio ipoglicemico grave (1,7%).

 

Canagliflozin

Canagliflozin è un inibitore sperimentale del cotrasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2) per il trattamento di pazienti con diabete di tipo 2. I reni di chi è affetto da diabete di tipo 2 riassorbono nell’organismo maggiori quantità di glucosio rispetto ai non-diabetici e ciò può contribuire ad aumentare la glicemia. Canagliflozin blocca il riassorbimento del glucosio da parte dei reni, aumentandone l’eliminazione e riducendo la glicemia.

 

Il programma mondiale di studi clinici di Fase III su Canagliflozin, che ha arruolato 10.285 pazienti  in nove studi, è il maggior programma di sviluppo in fase finale di un farmaco sperimentale per la terapia del diabete di tipo 2 ad oggi presentato alle autorità regolatorie. Il programma ha valutato sicurezza ed efficacia di Canagliflozin sull’intera gamma dei pazienti con diabete di tipo 2, dai pazienti adulti a cui vengono indicati solamente dieta e attività fisica, a quelli che necessitano di terapia insulinica per mantenere la glicemia sotto controllo, e in tre vasti studi su particolari popolazioni di pazienti: pazienti anziani con diabete di tipo 2, pazienti con diabete di tipo 2 e concomitante declino della funzionalità renale di grado moderato, e pazienti con diabete di tipo 2 che hanno sviluppato o sono a maggior rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.

 

 

 

Janssen Italia

Janssen è un’azienda farmaceutica del Gruppo Johnson & Johnson fortemente impegnata nel dare risposte concrete ai principali bisogni clinici che non hanno ancora trovato un’adeguata soluzione terapeutica come, ad esempio, nel settore oncologico, in quello immunologico, nelle neuroscienze, nelle malattie infettive e nell’ambito cardiometabolico.

Guidati dal nostro impegno rivolto verso i pazienti, sviluppiamo soluzioni terapeutiche innovative, lavorando a stretto contatto con i principali stakeholder del settore medico-sanitario.

Per maggiori informazioni consultare:  http://www.janssen-italia.com  



[1]EASD Presentation Number 244: Canagliflozin lowers postprandial plasma glucose and insulin excursions by delaying intestinal glucose absorption in addition to increasing urinary glucose excretion

[2]Morrish NJ, Wang SL, Stevens LK, Fuller JH, Keen H. Mortality and causes of death in the WHO Multinational Study of Vascular Disease in Diabetes. Diabetologia 2001;44 Suppl 2:S14-S21.

[3]EASD Presentation Number 765: Efficacy and safety of canagliflozin (CANA), a sodium glucose co-transporter 2 inhibitor (SGLT2), in older subjects with type 2 diabetes mellitus

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *