Tubercolosi: casi in aumento tra i bambini, nasce il registro italiano.

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Sembrava scomparsa, invece continua a rappresentare un’importante realta’ sanitaria nel Nostro Paese. E’ la tubercolosi (Tbc), malattia che sta registrando un aumento di incidenza negli ultimi anni e che desta preoccupazione soprattutto quando gli interessati sono i piu’ piccoli.

Se ne e’ discusso al 31* Congresso di Antibioticoterapia in eta’ pediatrica, a Milano, durante il quale e’ stato lanciato il Registro Italiano Tubercolosi in eta’ Pediatrica, con il patrocinio della Societa’ Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP).

”In Italia, – ha dichiarato Susanna Esposito, Direttore UOC Pediatria 1 Clinica al Policlinico di Milano e Presidente SITIP – mancano linee guida ufficiali specifiche per il bambino, principalmente per quanto riguarda la gestione del contagio e dell’infezione da tubercolosi nei primissimi anni di vita. Uno degli obiettivi prioritari quindi del mio mandato e’ stato quello di creare un Registro della tubercolosi in eta’ pediatrica che rappresenti un prezioso strumento di condivisione e sviluppo di comuni procedure operative. Il Registro, a cui sono stati invitati ad iscriversi tutti i professionisti del settore entro il 30 novembre, vedra’ come centri di riferimento l’Ospedale Meyer di Firenze, per le regioni del Centro-Nord e l’Ospedale Bambino Gesu’ di Roma per le regioni del Centro-Sud”.[one_fourth last=”no”]




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In Italia, la tubercolosi colpisce circa 1 persona su 10 mila con 4500 nuovi casi ogni anno (report ISS) e un maggior interessamento delle regioni Centro-Settentrionali. Roma e Milano sono al primo posto tra le citta’ piu’ colpite, responsabili di un quarto dei casi totali notificati a livello nazionale nel 2008. Se nel decennio 1998-2008 si era osservata una progressiva diminuzione dell’incidenza assoluta (3,8 casi/100mila), negli ultimi 3 anni invece e’ stato registrato un lieve incremento tra i piu’ giovani e soprattutto tra i bambini (0-14 anni) con un’incidenza che e’ passata da 2 a 2,8 casi ogni 100mila abitanti.

A favorire la crescita di incidenza della tubercolosi, oltre al flusso migratorio in costante aumento, contribuisce il ritardo diagnostico che comporta il tardivo riconoscimento dei soggetti contagiosi da parte degli Operatori Sanitari: ”Fino a 20 anni fa’ tutti i bambini ricoverati per polmonite scarsamente responsiva al trattamento farmacologico venivano sottoposti ad un primo screening che consentiva di fare una prima valutazione. Ora purtroppo non lo si fa piu’ in quanto, si e’ smesso di considerare la tubercolosi come una possibile evenienza all’interno del processo diagnostico – ha ricordato Esposito -. Eppure il ritardo diagnostico puo’ avere conseguenze gravi anche sull’esito della malattia: spesso, infatti, si arriva alla diagnosi di tubercolosi dopo che un bambino e’ passato da un ospedale all’altro per una polmonite poco chiara, migliorata con il trattamento, ma con la tendenza a recidivare. Bisognerebbe ricordarsi – ha concluso – che la tubercolosi esiste e che nel nostro Paese stanno aumentando, anche in eta’ pediatrica, i casi di tubercolosi resistente a piu’ farmaci, che determinano notevoli problemi di gestione farmacologica dei soggetti venuti a contatto con questi pazienti”.

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