Progetto Italian ePAQ : incontinenza e qualità di vita si valutano con il questionario digitale

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Arriva in Italia uno strumento informatico che, attraverso l’archiviazione immediata dei dati, permette di individuare i sintomi dei disturbi del pavimento pelvico. Nel nostro Paese ne soffrono oltre 6 milioni di persone.  Modelli organizzativi italiani ed esteri a confronto oggi in Regione con Società italiana di urodinamica (Siud) e Fondazione italiana continenza. 

Milano, 30 novembre 2012– Meno tempo perso a compilare moduli e a trascrivere dati e  una diagnosi più tempestiva per valutare e combattere i disturbi del pavimento pelvico. È l’obiettivo del nuovo questionario digitale ePAQ (electronic Pelvic floor Assessment Questionnaire), tradotto e validato da Siud, Società italiana di urodinamica, con il patrocinio di Fondazione italiana continenza, presentato oggi nel convegno “Incontinenza urinaria e disordini del pavimento pelvico – modelli organizzativi a confronto”, promosso da Regione Lombardia in collaborazione con Asl Milano e Ospedale San Carlo Borromeo.

Il progetto, originariamente in lingua inglese, è stato tradotto in italiano grazie a Siud e sarà a breve fruibile su tablet per una compilazione diretta touch-screen. Nasce per favorire un impiego clinico più rapido, rispondendo alla necessità del paziente di sveltire le procedure di compilazione dei dati e dei sintomi prima di una visita e a quella del medico di fornire una diagnosi in breve tempo, fornendo un report di monitoraggio delle sintomatologie del paziente con disturbi del pavimento pelvico.

Secondo dati recenti, in Italia sono oltre 6 milioni le persone che soffrono di disfunzioni pelviche, e addirittura sono 15 milioni quelle che convivono con posture errate che possono scatenare problemi nella zona intima: dal dolore pelvico alle disfunzioni erettili, dall’incontinenza alla stipsi, dal prolasso alle infezioni urinarie ricorrenti, fino a vari altri disturbi più o meno gravi, che possono avere pesanti ripercussioni sulla qualità della vita. Le più colpite sono le donne: oltre 2 milioni soffrono di incontinenza, 3 milioni di endometriosi, fino a una su 5 di dolore pelvico, una su 10 di vulvodinia, il 7% di cistite interstiziale o sindrome della vescica dolorosa, condizioni spesso sottovalutate o liquidate come frutto di stress o ansia, oppure riconosciute tardi e curate male.

“La compilazione diretta di questionari in formato elettronico da parte del paziente offre una serie di vantaggi: si evita di sottoporre domande inutili e si procede all’immediata  archiviazione elettronica del dato. Lo strumento informatico consente inoltre di ottenere in tempo reale, al termine della compilazione, un report di sintesi dei sintomi e del relativo impatto che rende subito evidenti al clinico le aree problematiche per quel singolo paziente – spiegail dottor Marco Soligo,dirigente Medico di Ginecologia-Ostetricia dell’Ospedale San Carlo Borromeo di Milano, che ha curato il progetto in Italia -. e-PAQ è concepito con una grafica intuitiva e di grande semplicità, in modo da rendere reali i vantaggi ipotetici e di facilitare la compilazione del questionario multidimensionale (urinario, intestinale, vaginale, sessuale).

“I risultati del progetto ePAQ in alcuni Paesi europei, come la Gran Bretagna, hanno dimostrato un miglioramento nella qualità di vita dei pazienti e nell’affrontare i disturbi del pavimento pelvico – commenta il professor Giulio Del Popolo, presidente Siud, Direttore SOD di Neurourologia CTO Azienda Ospedaliero – Universitaria Careggi di Firenze – Siamo soddisfatti dell’introduzione di e-PAQ anche in Italia e ci auguriamo che molte Asl si rendano disponibili a sposare questo progetto dotandosi di tablet per l’utilizzo del questionario digitale”.

Anche il professor Roberto Carone, presidente della Fondazione italiana continenza, Urologo, direttore della struttura Complessa di Neuro-Urologia e del Dipartimento delle Mielolesioni – Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino, commenta favorevolmente una possibile introduzione di e-PAQ nelle strutture sanitarie: “È importante che i medici possano contare sulle nuove tecnologie e sull’innovazione al servizio dei pazienti. Modelli come questo sono fondamentali per velocizzare il processo di diagnosi e di cura dei disturbi del pavimento pelvico e per migliorare la qualità di vita di chi soffre di disturbi legati all’incontinenza. Per questo è anche necessario un confronto continuo e un lavoro di rete tra i centri specializzati”.

 

La Fondazione italiana continenza, ente senza fini di lucro, nasce nel 2000 e si propone di far conoscere all’opinione pubblica le tematiche dell’incontinenza, di identificare i bisogni dei pazienti e le possibili soluzioni, di contribuire al miglioramento della loro qualità di vita e al superamento degli aspetti più critici della patologia. Inoltre, la Fondazione italiana continenza vuole contribuire a migliorare l’educazione sanitaria dei cittadini in materia di incontinenza, contribuire alla preparazione degli operatori sanitari e sostenere il principio della qualità dei servizi delle strutture sanitarie in termini di prevenzione, riabilitazione e cura. Oltre a promuovere la ricerca, l’istituzione di figure professionali specifiche e la sperimentazione scientifica, la Fondazione italiana continenza vuole svolgere un ruolo attivo in qualità di interlocutore del Ministero della Salute, delle Regioni  e delle altre istituz ioni governative, per tutti i temi relativi a incontinenza urinaria e fecale.
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