La via “elettronica” per smettere di fumare

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Battere il vizio del fumo con la sigaretta elettronica. È la prospettiva che si sta studiando allo Ieo, l’Istituto europeo di oncologia, dove è in corso una sperimentazione che prevede l’uso della sigaretta elettronica per una categoria di fumatori diversa dalle altre: persone colpite da infarto o pazienti affetti da tumore.eectronic_cigarette

“Abbiamo scelto per lo studio appositamente categorie di pazienti ‘difficili’, cioè quelli maggiormente esposti al rischio di ‘crisi di astinenza” perché improvvisamente privati della possibilità di fumare e senza aver avuto il tempo di nemmeno pensare ad un graduale processo di disassuefazione”, spiega a Salute24 Carlo Cipolla, direttore della Divisione di Cardiologia dello Ieo, che in collaborazione con il Centro Cardiologico Monzino e il San Raffaele di Milano sta conducendo lo studio che coinvolge 123 tabagisti. La scelta è caduta su una sigaretta elettronica, disponibile in commercio, che non contiene nicotina, ma solo la soluzione acquosa che produce  il vapore, eventualmente aromatizzato al tabacco o al mentolo.

“Il fumo di sigaretta – spiega Cipolla – non è un vizio ma una vera malattia, una dipendenza della quale l’aspetto psicologico e il gesto rappresentano una componente principale, spesso anche più forte rispetto a quella dalla nicotina, perché va ad “alimentare” un complesso sistema di ricompensa a livello cerebrale”. Per il fumatore interrompere o modificare l’abitudine spesso è complicato quanto allontanarsi dalla sostanza.


“La volontà del fumatore da sola non basta, anche se è necessaria – continua Cipolla – e per questo c’è bisogno di mettere a punto un protocollo che aiuti il fumatore a usare la sigaretta elettronica come mezzo per ridurre o cancellare la dipendenza”.

Le critiche alla sigaretta elettronica? “Attualmente abbiamo pochi studi e tutti non conclusivi, ma dire che la sigaretta elettronica non sia uno strumento in grado di sostenere la disassuefazione non ha nessun fondamento in letteratura –  aggiunge Cipolla -. Vedo, invece, farsi strada modi di utilizzare la sigaretta elettronica che vanno sicuramente al di là di scopi salutari. Creare cocktail discutibili e pericolosi rischia di trasformare la sigaretta elettronica in una specie di kalumet attraverso il quale fumare di tutto in modo incontrollato”. Anche con la nicotina, secondo Cipolla, “si possono fare gli stessi errori, come un consumo potenzialmente rischioso se si superano determinate concentrazioni in un certo lasso di tempo”.
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Quella del tempo è una variabile molto importante nella vita del tabagista, aggiunge Cipolla, “perché sapere quando e quanto fuma è per un medico indispensabile a guidare per mano il fumatore a fare passi decisivi, ma il medico deve anche dare un orizzonte tempoerale al fumatore”. Per questo lo studio, i cui risultati si conosceranno entro quest’anno, “servirà a dare un contributo fondato su dati certi e validi per inserire la sigaretta elettronica in un processo utile alle persone che vogliono smettere di fumare, che comprendere il counseling psicologico, l’uso dei cerotti, dei sostitutivi della nicotina, e che comunque deve essere sempre accompagnato da un esperto”. Cominciare con i pazienti che hanno avuto un tumore e un infarto è stata una scelta chiave: “Sono in un momento difficile – ribadisce Cipolla – e la sigaretta elettronica  può essere un mezzo valido per evitare altri danni”.

Il Sole 24 Ore Salute

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