Alla casa di cura Quarenghi di San Pellegrino la riabilitazione neurologica si fa senza dolore

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In media, la terapia riabilitativa è dolorosa per 3 pazienti su 10. Alla Casa di cura Quarenghi i riabilitatori, che ogni anno seguono mediamente fino a 1400 pazienti, si avvalgono della consulenza del medico anestesista per rendere i trattamenti liberi dal dolore. Fondamentale la misurazione dell’intensità algica. Terapie farmacologiche in linea con le raccomandazioni della Legge 38/2010 e dell’OMS; trattamenti fisici manuali e con l’ausilio di macchinari di ultima generazione. Struttura all’avanguardia per l’impegno dedicato a lenire la sofferenza, la clinica Quarenghi è coinvolta in un importante studio multicentrico sul trattamento antalgico in pazienti in corso di riabilitazione dopo artroprotesi di ginocchio.

 

San Pellegrino Terme (BG), 21 marzo 2013 – Nelle patologie cerebro-vascolari, post-traumatiche e neurodegenerative, come la malattia di Parkinson e la sclerosi multipla, il dolore affligge il 30% dei pazienti durante la terapia riabilitativa ed è già presente in circa la metà delle persone trattate. Per questo motivo alla Casa di cura D.ri Quarenghi di San Pellegrino Terme (BG), specializzata nella riabilitazione cardiologica, respiratoria, ortopedica e neurologica, sono stati implementati specifici trattamenti volti a un’efficace gestione della sintomatologia dolorosa. Presso la clinica vengono seguiti mediamente ogni anno fino a 1400 pazienti, di cui 800 in ambito neurologico e ortopedico.

 

L’équipe riabilitativa della nostra struttura, composta da neurologi, fisiatri, ortopedici e internisti, si è arricchita della figura del medico anestesista, dedicata proprio alla diagnosi e alla terapia del dolore”, illustra il dottor Pietro Salvi, neurologo riabilitatore presso la clinica di San Pellegrino Terme. “Per un corretto approccio al problema della sofferenza, il primo step da seguire riguarda la sua misurazione, che eseguiamo utilizzando la scala internazionale VAS (scala visiva analogica): uno strumento unidimensionale che quantifica ciò che il malato soggettivamente percepisce come sintomo doloroso, attraverso un righello numerato da 0 (nessun dolore) a 10 (massimo dolore). L’intensità algica è ormai riconosciuta quale parametro vitale del paziente, alla stregua di temperatura corporea e pressione arteriosa, pertanto viene costantemente monitorata dal personale infermieristico di reparto.

Sul fronte delle terapie farmacologiche, la struttura applica le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: laddove si evidenzia un dolore lieve vengono impiegati paracetamolo e FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidei) da usare per brevi periodi, passando poi a oppioidi deboli quando il dolore diventa lieve-moderato. Infine, se il dolore si presenta come moderato-grave, il trattamento prevede oppioidi forti. Grande attenzione viene dedicata anche alle terapie fisiche a scopo antalgico. La struttura è infatti dotata di un reparto che esegue onde d’urto, laser, tens, vibrazioni, campi magnetici ed è munito di una vasca terapeutica per la riabilitazione in acqua. Il dolore è poi affrontato dai fisioterapisti con tecniche antalgiche, come il trattamento manuale dei trigger point, il kinesiotaping, la riflesso-terapia auricolare e plantare.

 

Dato lo specifico focus dedicato all’analgesia, la clinica Quarenghi partecipa a un innovativo studio scientifico multicentrico sul trattamento del dolore in pazienti in corso di riabilitazione dopo artroprotesi di ginocchio, i cui dati preliminari sono stati presentati all’ultimo convengo SIMFER (Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa). “Dallo studio, che ha visto l’impiego di oppioidi durante il trattamento riabilitativo, – commenta Salvi – è emerso un buon controllo del dolore con conseguente miglioramento dell’articolarità, un rapido recupero della stazione eretta e della velocità del cammino. Gli effetti collaterali sono stati poco significativi, con una buona aderenza alle cure da parte del paziente e il recupero di una migliore qualità di vita”.

La Legge 38 del 2010 ha sancito per tutti i cittadini il diritto a non soffrire e si è proposta di garantire nel nostro Paese un equo accesso a un’assistenza qualificata e un approccio terapeutico più appropriato. L’impegno dimostrato dalla clinica Quarenghi sul fronte della terapia antalgica risponde proprio a quanto richiesto dalla recente normativa. “É indubbio che in seguito alla Legge 38 l’approccio al dolore sia cambiato, perché si è posta maggior attenzione al problema. Sono stati così implementati protocolli validati per gestire in modo appropriato la sofferenza ed è stata potenziata la formazione periodica del personale sanitario. Per una migliore sinergia tra ospedale e territorio, occorre ora una più stretta collaborazione tra il medico ospedaliero e il medico di famiglia, con l’organizzazione di corsi di aggiornamento sul problema dolore. Un ulteriore sforzo riguarda, inoltre, l’informazione presso la cittadinanza, che va sensibilizzata sul suo diritto a non soffrire; solo così potremo veramente realizzare un ospedale-territorio senza dolore, così come auspicato dalla normativa”, conclude Salvi.

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