Tumori: all’Ospedale di Pesaro radioterapia mirata e “intelligente”

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Più del 50% dei pazienti oncologici si sottopone a terapie radianti. Il Centro di Radioterapia dell’Azienda Ospedaliera di Pesaro risponde alle esigenze di cura del territorio introducendo le più innovative metodiche d’intervento. Feisal Bunkheila, Direttore del Centro: “Oggi grazie alle tecniche più all’avanguardia possiamo aumentare la dose di radiazioni somministrata alle cellule tumorali e, al contempo, ridurre quella a carico dei tessuti sani adiacenti al tumore, migliorando l’efficacia del trattamento e la sua tollerabilità. Un importante salto di qualità per i pazienti pesaresi”.
  
Pesaro, 5 settembre 2013 – La radioterapia, grazie al progresso tecnologico degli ultimi anni, si sta evolvendo: è diventata complessa e sofisticata, in grado di ottenere interventi sempre più precisi. Per questo rappresenta una parte fondamentale del trattamento multidisciplinare del paziente con cancro. Presso l’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Marche Nord di Pesaro, l’Unità Operativa Complessa di Radioterapia ha recentemente ampliato il ventaglio di metodiche diagnostiche e terapeutiche a disposizione dei pazienti. Tra le novità più all’avanguardia: la simulazione con PET/TC, che fornisce informazioni sull’attività metabolica della neoplasia; la radioterapia a intensità modulata (IMRT), che conforma perfettamente la dose radiante prescritta al target e la radioterapia guidata dalle immagini (IGRT), che garantisce la piena corrispondenza tra gli effettivi volumi anatomici e quelli su cui è stato pianificato il trattamento radioterapico.

Nella sola provincia di Pesaro sono circa 1.000 le nuove diagnosi di tumore ogni anno. Più del 50% dei pazienti con malattia onco-ematologica esegue un trattamento radiante a fasci esterni in qualche fase della malattia. La radioterapia sfrutta la capacità di apparecchiature molto complesse (acceleratori lineari) di produrre fasci di radiazioni ionizzanti (fotoni ed elettroni ad alta energia), in grado di interagire con le cellule tumorali a livello atomico e molecolare. Può essere impiegata a scopo radicale-curativo: come terapia esclusiva per la cura di alcuni tumori solidi, in alternativa all’approccio chirurgico (nelle neoplasie prostatiche o polmonari), oppure integrata con la chirurgia (come nel carcinoma della mammella o nei tumori del retto) e con la chemioterapia (come nelle neoplasie polmonari, della regione testa-collo o nei linfomi). Può anche essere utilizzata con intento palliativo-sintomatico: per la gestione di sintomi che impattano negativamente sulla qualità della vita del paziente (dolore, sintomi neurologici da lesioni cerebrali, emorragie non controllate).

“Nel nostro centro i trattamenti radianti (sui due acceleratori lineari installati) sono effettuati tutti i giorni, dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 19.30”, illustra il dottor Feisal Bunkheila, Direttore UOC Radioterapia presso l’AO Ospedali Riuniti Marche Nord. “Tra le principali aree d’intervento ci sono le metastasi ossee. In questo caso i principali obiettivi dell’impiego della radioterapia sono il ‘pain relief’, il recupero funzionale e la prevenzione delle complicanze (fratture patologiche e/o compressioni midollari). È possibile ottenere la riduzione del dolore nella sede irradiata in più del 60% dei pazienti trattati. La risposta al trattamento radioterapico può avvenire già dopo 24-48 h dalla prima seduta e presenta una durata maggiore di 6 mesi in almeno il 50% dei casi. Inoltre, la radioterapia è in grado di promuovere la riossificazione nel 65%-85% delle lesioni trattate. A questi pazienti riserviamo un accesso rapido, con tempi d’attesa inferiori alle 48 ore, organizzando nella stessa giornata (o al massimo in due giornate successive) la prima visita, la TC Simulazione, l’elaborazione del piano di trattamento, le verifiche nella sala di cura e l’esecuzione del trattamento radiante proposto”.

Inoltre, presso il centro di radioterapia del nosocomio pesarese sono state recentemente introdotte innovative metodiche diagnostico-terapeutiche. “Grazie alla collaborazione con la UO di Medicina Nucleare – illustra Bunkheila – è possibile effettuare l’individuazione del volume bersaglio e la simulazione con PET/TC: questa metodica (estremamente utile, per esempio, nei pazienti affetti da neoplasie polmonari e del distretto testa-collo) consente di pianificare i trattamenti radianti, oltre che sulla base delle immagini TC, anche su quelle ottenute attraverso la Tomografia ad Emissione di Positroni (PET), che forniscono informazioni sull’attività metabolica della neoplasia, permettendo ulteriori ottimizzazioni/focalizzazioni del trattamento radiante ed eventuali aumenti di dose”.

 “In più – prosegue Bunkheila – grazie al supporto del Dipartimento di Fisica Medica, è stato possibile implementare la Radioterapia a Intensità Modulata (IMRT) e la Radioterapia Guidata dalle Immagini (IGRT). La prima permette di irradiare con assoluta precisione e con dosi di radiazioni più elevate volumi bersaglio di forma complessa o localizzati in stretta prossimità di strutture critiche: la dose viene quindi ‘scolpita’ intorno al volume bersaglio. Si parla invece di IGRT quando il trattamento giornaliero viene “adattato” ai movimenti del paziente, dei suoi organi interni e della neoplasia. Nello scorso febbraio è stato infatti possibile inaugurare un nuovo acceleratore lineare che offre la possibilità di effettuare l’acquisizione di immagini TC direttamente nella sala di terapia, prima di procedere con la seduta di trattamento. La procedura implementata permette quindi di verificare, ogni giorno di radioterapia, in modo estremamente preciso, il corretto posizionamento del paziente”.

“La IMRT e la IGRT rappresentano quindi un importante salto di qualità per i pazienti della provincia di Pesaro. La combinazione di queste due metodiche consente di aumentare la dose di radiazioni somministrata alle cellule tumorali e di ridurre quella a carico dei tessuti sani adiacenti al tumore, migliorando l’efficacia del trattamento e la sua tollerabilità”, conclude Bunkheila.

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