Tumori: parte la ricerca italiana sugli inibitori del cancro

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L’Universita’ degli studi di Modena e Reggio Emilia e’ capofila di un progetto di ricerca biennale, da realizzare in collaborazione con l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e l’Universita’ di Milano, finanziato dalla Fondazione Nando Peretti.


Il progetto, che ha ricevuto un sostegno di 91mila euro, si focalizzera’ sulla progettazione, sintesi e valutazione di ligandi “allosterici”, molecole che esplicano la loro azione in una sede diversa da quella del sito attivo di un enzima, di alcune protein chinasi implicate in forme tumorali particolarmente aggressive quali il carcinoma polmonare “non a piccole cellule” e il tumore al seno “triplo negativo”. Le proteine chinasi appartengono ad una importante famiglia di enzimi che gioca un ruolo chiave nella regolazione dei processi cellulari, e costituiscono bersagli biologici fondamentali per la terapia antitumorale. cellula_cancerosaL’obiettivo del progetto di ricerca e’ quello di scoprire molecole “allosteriche” che, andando a legarsi in siti altamente specifici, sono in grado di bloccare l’attivita’ catalitica di questi enzimi in modo piu’ mirato e controllato. Una volta progettate, il progetto si propone di sviluppare ed ottimizzare le proprieta’ di queste molecole fino alla fase di sperimentazione preclinica. “A causa del loro ruolo chiave nella modulazione delle vie cellulari – ha detto Giulio Rastelli, docente di Progettazione del farmaco e Analisi dei medicinali, nonche’ responsabile del laboratorio di “Molecular Modelling & Drug Design” del Dipartimento di Scienze della Vita – le protein chinasi sono target importanti per la scoperta di farmaci antitumorali”. “L’approccio classico, che consiste nel bloccare l’attivita’ catalitica di questi enzimi attraverso molecole che si legano nel loro sito attivo ATP-asico, comporta molto spesso ha spiegato Rastelli – una scarsa selettivita’ d’azione in quanto tale sito e’ notevolmente conservato negli oltre 500 enzimi che appartengono a questa famiglia. Inoltre tali molecole sono spesso soggette a fenomeni di farmaco-resistenza, che comportano una ridotta efficacia del farmaco durante la terapia. Questi problemi possono essere notevolmente ridotti attraverso la messa a punto di molecole “allosteriche”, che andando a legarsi a siti diversi e meno conservati rispetto al sito di legame ATP-asico sono potenzialmente in grado di portare a farmaci con meno effetti collaterali e maggiore efficacia d’azione.

La disponibilita’ di tali molecole potra’ percio’ essere di grande aiuto per lo sviluppo di farmaci antitumorali di prossima generazione”. Il successo di questo progetto potrebbe aprire nuove strade verso lo sviluppo dei primi inibitori allosterici di importanti enzimi chinasici coinvolti in forme tumorali particolarmente aggressive.

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