Parkinson: allo studio sei nuovi fattori genetici di recente scoperta

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ROMA – Usando i dati di oltre 18 mila pazienti, gli scienziati americani hanno identificato oltre due dozzine di fattori di rischio genetici coinvolti nella malattia di Parkinson, sei dei quali del tutto nuovi.


Lo studio, firmato e in parte sostenuto dai National Institutes of Health americani, è pubblicato su ‘Nature Genetics’.

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La malattia di Parkinson è una delle patologie neurodegenerative più frequenti. “Comprendere la genetica del Parkinson è fondamentale per capire i meccanismi multipli coinvolti nella genesi di questa complessa malattia. E un giorno questo lavoro potrebbe portare a terapie efficaci”, spiega Andrew Singleton dei Nih’s National Institute of Aging, autore senior della ricerca.

Il lavoro ha esaminato i dati di 13.708 malati di Parkinson e 95.282 controlli, a caccia delle anomalie legate al rischio sviluppare di malattia. Una ricerca, che ha visto gli scienziati collaborare con diverse istituzioni pubbliche e private, fra cui la Michael J. Fox Foundation – associazione voluta dal celebre attore canadese di ‘Ritorno al futuro’, colpito dal Parkinson, per sostenere la ricerca contro la malattia – e dal Dipartimento della Difesa Usa.

Intanto una nuova prospettiva per la terapia del Parkinson e relativi disordini del movimento è stata elaborata dal gruppo di ricerca del professor Paolo Calabresi nei laboratori della clinica neurologica del dipartimento di medicina dell’Università di Perugia, in collaborazione con l’Irccs Fondazione Santa Lucia di Roma.

La malattia di Parkinson è tutt’oggi incurabile. Esistono solo delle cure per cercare di rallentare la progressione. I sintomi più comuni sono i tremori agli arti, problemi di postura e rigidità.

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