Elettrocardiogramma a scuola: uno stratagemma per prevenire morti improvvise

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Nella sindrome di Wolff-Pakinson-White bisogna intervenire anche in assenza di sintomi. Lo dimostra uno studio tutto italiano pubblicato su Circulation.

Cuore, un muscolo che lavora instancabilmente per tutta la vita. Grazie agli impulsi elettrici che si generano in alcune particolari aree è in grado di contrarsi e rilassarsi per 4200 volte ogni ora. Un minimo difetto nella conduzione dell’elettricità può però compromettere improvvisamente la sua funzione.elettrocardio E’ il caso della sindrome di Wolff-Pakinson-White, un’aritmia congenita che colpisce una persona su 450. Uno studio tutto italiano del Maria Cecilia Hospital di Cotignola, pubblicato dalla prestigiosa rivista Circulation, ha dimostrato che anche le persone asintomatiche –in cui si riscontra l’anomalia- sono a rischio. Ecco perché, intervenire con un semplice e mini invasivo intervento diventa una priorità.

La malattia
Come spiega il professor Carlo Pappone –cardiologo di fama mondiale e coordinatore dello studio- «la sindrome di Wolff-Pakinson-White è una malattia caratterizzata da un’alterata conduzione degli impulsi elettrici che portano il cuore a contrarsi. Durante lo sviluppo fetale gli atri vengono collegati ai ventricoli da numerosi fasci che scompaiono dopo la nascita fatta eccezione per quello di His. Tuttavia, in alcune persone, possono persistere anche altri fasci capaci di alterare la normale conduzione generando quindi problemi di ritmo cardiaco». Un’anomalia facilmente riscontrabile attraverso un semplice elettrocardiogramma.

Il trattamento
Ad oggi i trattamenti sono sia di tipo farmacologico sia chirurgico. Quest’ultimo, come ampiamente dimostrato proprio in alcuni studi precedenti del professor Pappone, porta alla remissione completa della malattia in oltre il 95% dei casi.«L’intervento che eseguiamo -continua l’esperto- prende il nome di ablazione chirurgica e consiste nella rimozione di quei fasci in eccesso che causano l’aritmia».

Lo studio
La sindrome, in molti casi, nonostante venga rilevata per mezzo di un elettrocardiogramma si presenta in forma asintomatica. Per questi pazienti, prima dello studio in questione, l’indicazione è sempre stata quella di tenersi sotto controllo ed intervenire solo se in presenza di chiari sintomi. Una situazione destinata a cambiare: «oggi, grazie al nostro studio, abbiamo dimostrato per la prima volta al mondo che chi è affetto da sindrome di Wolff-Pakinson-White, anche in assenza di sintomi, è a rischio di aritmie letali. Ecco perché è consigliato intervenire chirurgicamente anche in queste persone» spiega Pappone.

Per arrivare al risultato il team di ricerca dell’ospedale romagnolo ha monitorato per 8 anni oltre 2 mila pazienti. Dati importanti che cambiano radicalmente l’approccio alla malattia.

Controlli a scuola
«Questa è una malattia che fortunatamente può essere rilevata con un elettrocardiogramma. Salvare delle vite da morte improvvisa in questo caso è semplice. Per questa ragione auspichiamo che le istituzioni attivino programmi di screening già a partire dalla scuola. L’Italia in questo, a differenza di quanto si possa credere, è avanti ma molto rimane ancora da fare» conclude Pappone.

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