Allarme Bullismo: ne è vittima 1 adolescente su 5.

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Il Ministero dell’Istruzione lancia il programma “Mai più bullismo”, una campagna di sensibilizzazione dal 21 al 27 novembre dedicata al contrasto del bullismo, il male del nostro tempo. 1 adolescente su 5 infatti ne è vittima, e le tracce che questo lascia durano spesso per tutta la vita. Abbiamo colto l’occasione per riflettere sull’argomento con la Responsabile Ricerche della Fondazione BRF Onlus – Istituto per la Ricerca Scientifica in Psichiatria e Neuroscienze Donatella Marazziti e con il membro del comitato scientifico Mario Campanella. 

“Questa è  una splendida occasione per affrontare  finalmente di petto un problema che  è  presente da tantissimo tempo e che rende difficile la vita a migliaia di bambini e ragazzi. Di per sé  il fenomeno  somiglia  per molti versi  al nonnismo,  la pratica becera  e tollerata  ai tempi  dell’obbligo del servizio militare,  basata  su una gerarchia che legittimava  sopraffazioni e umiliazioni. 917bdb28-28a0-49b0-9f99-5e274a64aee3Lo sviluppo del bullismo  è  stato  sorprendente, nonostante  la presa di coscienza sia iniziata da molti anni. Il bullismo è presente sin dell’asilo ed è ovviamente  più pervasivo  tra la fine della scuola dell’obbligo e l’inizio delle superiori.


La Scuola, nonostante esempi individuali  notevoli  e apprezzabili,  non ha ancora acquisito gli strumenti  per fronteggiare un fenomeno così radicato e violento, reso ancora più drammatico e potente dallo svilupparsi delle nuove tecnologie, che ne hanno consentito una crescita  tecnologica foriera di veri e propri drammi. La storia didattica ci insegna che  i fenomeni si sono capovolti nei decenni: 40 anni fa non era raro trovare un bullo per classe  con la differenza che  il resto degli studenti lo isolava e spesso lo costringeva ad integrarsi. Oggi,  invece, il branco individua  alcuni  soggetti  ritenuti deboli e inizia a vessarli in ogni modo. 

La scuola diventa così un tormento per chi  è bersaglio  di queste  stupide  e  vergognose intimidazioni.  L’aspetto fisico, i vestiti, la scarsa disponibilità economica vengono presi  di mira.  Ovviamente senza immaginare perché un ragazzo ha vestiti magari scadenti  (non per la moda ) e infischiandosene di tutto. È  ora di usare il rigore  e la rieducazione nell’interesse  del bullizzato e del bullo.  Chi ha superato  i 14 anni  è parzialmente  perseguibile penalmente.  

Tenendo conto che secondo recenti dati ben 1 adolescente su 5 è bullizzato, spingere gli adolescenti a fare volontariato per recuperare  i debiti  culturali prima che formativi potrebbe essere positivo.

Prima di tutto, però, deve trovare attenzione il ragazzo bullizzato.  Bisogna fargli capire con una forte rete sociale  che lui non è  lo “sfigato”,  ma che il quadro che sta vivendo è transitorio. Bisogna fargli capire che  la vigliaccheria e la violenza sono sempre perdenti nella vita. Per fare questo è necessario che la Scuola abbandoni ogni segretezza  omertosa, combattendo con iniziative mirate questa piaga dell’istruzione che impedisce a migliaia di ragazzi ogni giorno di vivere con serenità le lezioni e la classe. Prima di persone competenti pretendiamo che dalla Scuola vengano formati uomini in grado di capire  la bellezza dell’altro”.

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