Report sulla sigaretta elettronica – troppa confusione sulle E-CIG

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Agenzia Nazionale per la Prevenzione

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E-CIGARETTE:

 

 

 

Obiettivi

 

Questa rassegna è stata realizzata per l’Agenzia Nazionale per la Prevenzione (www.prevenzione.info) da esperti che aggiornano costantemente la documentazione scientifica su Tabagismo e problemi fumo-correlati (www.treatobacco.net) attraverso una disamina accurata della letteratura scientifica mondiale.

 

Lo scopo è quello di fornire, a fronte di contrastanti opinioni e pareri riportati dalla stampa nazionale, informazioni corrette e precise sui dispositivi “elettronici” di erogazione nicotinica noti come “ENDS” (Electronic Nicotine Delivery Systems), meglio conosciuti ed usati come “sigarette elettroniche”. Il termine più appropriato sarebbe quello di “Vaporizzatori”, ma è più diffuso il termine “e-cigarette”, più ampiamente utilizzato anche in letteratura scientifica, dai Media e a livello popolare.

La categoria di tali dispositivi è molto diversificata e include vari prodotti sotto i termini di “sigarette elettroniche”. In ciascuno di questi prodotti vi è una grande variabilità dei componenti, delle emissioni e delle caratteristiche di utilizzo. Alcuni somigliano a sigarette (cigalike), mentre altri (new-generation) hanno atomizzatori ricaricabili e batterie ad alta capacità. In comune hanno: un generatore di aerosol, un sensore di flusso, una batteria e un’allocazione per un contenitore di una soluzione con (o senza) nicotina (Brown & Cheng, 2014).

 

  1. Funzionamento

 

Diversamente dalle sigarette tradizionali, le e-cigarette non bruciano tabacco. Vaporizzano un liquido contenente un gel, solitamente glicole propilenico e glicerina, in una miscela al 70 e al 30%, nicotina (solitamente ma non sempre), aromi e altri additivi. Il liquido è contenuto in una cartuccia con annesso atomizzatore oppure, in alcuni modelli, in contenitori ricaricabili. Quando l’utilizzatore aspira dal bocchino, si attiva una resistenza che si scalda, vaporizzando il gel in un vapore che può essere inalato.

 

  1. Contenuto di cartucce, ricambi e vapore

 

Cahn e Siegel (2011) hanno identificato 16 studi che hanno analizzato i componenti del liquido e del vapore della e-cigarette, e hanno trovato che i principali composti sono: glicole propilenico (PG), glicerina e nicotina. Trehy e coll. (2011) trovarono che l’insieme di PG e glicerina costituiscono circa il 95% del volume del liquido della e-cigarette.

 

  1. Modalità di erogazione della nicotina

 

Alcune e-cigarette non contengono nicotina, ma la maggior parte si, o sono comunque in grado di erogarla (questo vale per i prodotti che dispongono di contenitori ricaricabili). Studi sui contenuti e sul vapore, e sull’assorbimento della nicotina con relativi livelli ematici, danno un’ampia variabilità a seconda dei prodotti. Altri fattori come l’esperienza degli utilizzatori e le tecniche di puffing svolgono un ruolo importante nella erogazione di nicotina, tale che alcuni raggiungono gli stessi livelli ematici di nicotina dei fumatori di tabacco.

 

Effetti sulla salute

 

Il vapore della e-cigarette contiene un certo numero di composti potenzialmente tossici, ma a livelli di gran lunga inferiori a quelli del fumo di tabacco; questi includono le  nitrosammine specifiche del tabacco (Kim e Shin, 2013), idrocarburi policiclici aromatici, formaldeide, acetaldeide, e acroleine (Westenberger 2009; Laugesen et al, 2009;. Goniewicz e coll, 2012;. Burstyn, 2013), particolato fine e ultrafine (Pellegrino e coll., 2012), cadmio, piombo e nichel (Goniewicz e coll., 2013), particelle di silicato (Williams e coll., 2013), cis-N-ossido, trans-N-ossido, miosmina anatabina e anabasina (Etter e coll., 2013).

La cito-tossicità dei liquidi contenuti nelle ricariche delle e-cigarette è stata testata in diversi studi. Bahl e coll. hanno rilevato che il grado di citotossicità in cellule embrionali e adulte era correlata al numero e alla concentrazione delle sostanze utilizzate per aromatizzare i liquidi, piuttosto che al contenuto di nicotina (Bahl et al., 2012).

 

Esposizione al vapore “passivo”

 

Il vapore emesso da una e-cigarette espone la gente, che condivide una stanza con uno che la utilizza, ai contaminanti, inclusa la nicotina, il microparticolato e gli idrocarburi. La variabilità del contenuto dei prodotti, dei dispositivi e delle emissioni suggerisce che alcuni producono una esposizione alle sostanze tossiche di basso livello, mentre altri possono comportare rischi maggiori.

 

Complessivamente, i rischi per la salute appaiono decisamente inferiori a quelli causati della esposizione al fumo di tabacco in ambienti confinati.

 

Efficacia nel trattamento del tabagismo

 

Vi sono delle evidenze da report di casi clinici, indagini su utilizzatori di e-cig e due studi randomizzati controllati sul fatto che le e-cigarette possono aiutare alcuni fumatori a smettere, ma i trial hanno presentato lacune per via della scarsa affidabilità del prodotto e della consistenza statistica ai fini di una prova robusta sulla efficacia nella smoking cessation.

 

Le e-cigarette possono incoraggiare la cessazione nei fumatori che non hanno intenzione di smettere e aiutare chi desidera smettere. Alla stregua dei prodotti in commercio sostitutivi della nicotina, sarebbero in grado di alleviare i sintomi dell’astinenza (Bullen e coll ., 2010; Eissenberg, 2010;. Vansickel e coll, 2010;. Dawkins e coll, 2012).

 

Riduzione del danno

 

Le e-cigarette potrebbero essere un’alternativa al consumo di tabacco combusto per chi non è in grado di rinunciare completamente tabacco o che non hanno avuto successo con i prodotti a base di nicotina, dunque garantirebbero un modo più sicuro di fornire nicotina. Tuttavia, è possibile che possano aumentare il danno se ritardano la cessazione in soggetti che le usano solo per gestire situazioni in cui non è possibile fumare, o che desiderano solo ridurre il danno fumando meno sigarette.

Induzione al tabagismo

 

Alcuni hanno espresso preoccupazioni sulla potenzialità delle e-sigarette di diventare un prodotto di passaggio per i non fumatori incentivandoli a diventare dipendenti dalla nicotina a tempo indefinito, per passare poi al fumo di sigaretta, e sul possibile coinvolgimento dell’industria del tabacco che potrebbe compromettere le azioni di prevenzione del tabagismo. Ma le scarse evidenze della letteratura scientifica ad oggi non permettono di sostenere queste preoccupazioni.

 

 

 

Sintesi delle Evidenze

 

  1. Non vi sono evidenze sul fatto che l’utilizzo delle e-cigarette nel breve termine e l’esposizione indoor ai vapori della e-cigarette possano arrecare gravi rischi alla salute. Tuttavia, gli effetti sulla salute a lungo termine non sono stati ancora valutati.
  2. Le evidenze sulla cessazione e nella riduzione del danno, sono limitate nonostante alcuni risultati incoraggianti. Si fa strada comunque la possibilità che possano essere utilizzate da operatori competenti nel trattamento del tabagismo.
  3. Non vi sono prove convincenti per sostenere o confutare che le e-cigarette possano agire come un prodotto che favorisca il consumo di tabacco nei giovani o nelle persone che non hanno mai fumato.
  4. Basandosi sulle migliori prove scientifiche disponibili, i regolatori devono sempre mettere a confronto le e-cigarette con sigarette e altri prodotti del tabacco i cui danni sono di gran lunga maggiori. Vanno comunque introdotte norme relative alla qualità del prodotto, ai contenuti, alle emissioni e alle etichette, mentre i flaconi di ricarica contenenti dosi elevate di nicotina dovrebbero essere vietati o consentiti solo con la confezione a prova di bambino. La regolamentazione deve garantire che i rischi, a chi usa vaporizzatori di bassa qualità, siano ridotti al minimo e che il marketing rivolto i ragazzi venga comunque impedito.

 

 

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