Dalla talassemia ai disturbi cardiaci: un test che prevede la connessione

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Un gruppo di esperti britannici ha annunciato di aver trovato un sistema per prevedere quali pazienti affetti da talassemia svilupperanno l’insufficienza cardiaca. La nuova tecnica usa una macchina per la risonanza magnetica capace di misurare i livelli di ferro nel cuore, che si puo’ accumulare in quantita’ molto pericolose in alcuni soggetti. Lo studio, pubblicato dalla rivista Circulation, indica che in questo modo si possono ridurre le morti del 71%.
I gruppi di ricerca del Royal Brompton Hospital e dell’Imperial College hanno testato il loro sistema su 652 pazienti per sette anni. La talassemia e’ una malattia ereditaria del sangue che causa una carenza di emoglobina, una proteina dei globuli rossi che trasporta l’ossigeno dai polmoni al resto del corpo. La mancanza di ossigeno puo’ causare affanno, letargia e svenimenti, ovvero anemia.
Le persone affette da talassemia devono spesso ricorrere a trasfusioni (due o tre al mese). In ogni trasfusione ricevono circa 250 milligrammi di ferro nel sangue e per questo devono anche prendere farmaci per smaltire l’eccesso di ferro (la normale assunzione con la dieta e’ di 30 milligrammi al giorno). Ciononostante, nel 50-60% dei pazienti si puo’ verificare un accumulo potenzialmente fatale. Il ferro si deposita in minuscole particelle nelle cellule del cuore.
Tali particelle di ferridrite rompono il segnale delle macchine per la risonanza magnetica. Piu’ ferro e’ presente, piu’ l’immagine risulta scura. Cosi’ gli scienziati hanno realizzato una scala (chiamata cardiac T2) che misura l’accumulo di ferro e permette di individuare i pazienti a rischio di insufficienza cardiaca. “I nostri dati dimostrano che la cardiac T2 consente di prevedere con accuratezza quali pazienti svilupperanno l’insufficienza cardiaca”, ha dichiarato il Professor Dudley Pennell del Royal Brompton Hospital. “T2 ha lo stesso effetto della penicillina rapportato al mondo della talassemia: la penicillina ha salvato molte vite e T2 fara’ lo stesso”. La tecnica T2 e’ gia’ stata implementata in 50 centri di cura di tutto il mondo.

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