Farmaco-resistenza: una nuova molecola potrebbe vincerla

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Londra, 4 dic. – Un gruppo di ricercatori britannici ha messo a punto un antibiotico “a due facce” che potrebbe portare alla formulazione di nuovi farmaci capaci di combattere le forme batteriche resistenti.

DNA girase
DNA girase
La nuova molecola si attacca al batterio su due punti diversi: cio’ la rende molto piu’ potente e impedisce al batterio di adattarsi e resistere al farmaco, si legge sulla rivista Science. Al momento la molecola messa a punto non e’ utilizzabile nei pazienti ma gli scienziati che l’hanno sviluppata sperano che possa fornire la base per la creazione di farmaci basati sullo stesso principio delle “due facce”. Le norme attualmente vigenti, notano gli scienziati, non favoriscono lo sviluppo di nuovi antibiotici (un recente studio dell’Ue ha scoperto che attualmente sono in fase di sviluppo solo 15 antibiotici che si prospettano effettivamente migliori di quelli esistenti, e solo cinque hanno raggiunto i trial di fase finale), ma la nuova scoperta e’ molto promettente.
I ricercatori hanno esaminato una molecola presente in natura prodotta da un batterio del terreno, il simociclinone. La molecola attacca un enzima nel batterio chiamato Dna-girase e gli impedisce di crescere. Questo enzima viene attaccato anche da una classe di antibiotici gia’ in uso, i fluoroquinoloni, ma e’ sempre piu’ diffusa la resistenza a questi farmaci. Il professor Tony Maxwell del John Innes Centre di Norwich ha mostrato che il simociclinone si lega a una parte completamente diversa, prima non sfruttata, dell’enzima e anche che la molecola riesce a attaccarsi in due punti diversi. Questa natura “doppia” dell’antibiotico lo rende 100 volte piu’ potente di quelli che attaccano una parte sola del batterio. Per diventare resistenti, inoltre, i batteri dovrebbero essere capaci di mutare su tutti e due i siti interessati, il che e’ piu’ improbabile. Il simociclinone e’ una molecola molto larga e non puo’ entrare facilmente nelle cellule batteriche, ma secondo Maxwell progettando molecole che attaccano l’enzima con lo stesso criterio si potrebbero creare nuovi antibiotici molto efficaci. “Ci sono forti ostacoli oggi allo sviluppo di nuovi antibiotici”, fa notare la professoressa Laura Piddock della British Society for Antimicrobial Chemotherapy. “E’ molto costoso attraversare il processo regolatorio. I risultati di questa nuova ricerca sono entusiasmanti perche’ avere una singola molecola che attacca due parti separate dell’enzima e’ un approccio del tutto nuovo. Ma occorrera’ mettere a punto una versione utilizzabile della molecola e poi superare le barriere per l’approvazione, che non sono poche”.

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