HIV: Profilassi a base di antiretrovirali funziona su modelli animali

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Aver somministrato a topi degli antiretrovirali prima dell’esposizione al virus, li ha protetti in seguito dal contagio e infezione, che non sono avvenuti.

In topi modificati per avere un sistema immunitario di tipo umano, la somministrazione sistemica di antiretrovirali prima dell’esposizione per via endovenosa o rettale all’HIV consente di proteggerli dall’infezione. Lo ha stabilito una ricerca condotta da ricercatori della University of North Carolina at Chapel Hill School of Medicine che è illustrata in un articolo pubblicato sulla rivista ad accesso pubblico PLoS ONE.
“Questi risultati forniscono la prova che è possibile un approccio universale per prevenire tute le forme di trasmissione dell’HIV”, ha detto J. Victor Garcia-Martinez, che ha diretto lo studio. “E potrebbe facilitare l’implementazione di un singolo programma in grado di interessare tutti i gruppi di persone a elevato rischio di infezione da HIV.”
Questa ricerca sulla profilassi pre-esposizione (PrEP) con antiretrovirali è stata condotta usando un gruppo di topi “umanizzati” messi a punto presso lo University of Texas Southwestern Medical Center: si tratta dei cosiddetti topi “BLT”, sottoposti a trapianto di midollo osseo, fegato e timo in modo da far sviluppare in loro un sistema immunitario umano funzionante.

“Per quanto i risultati ottenuti in topi umanizzati non possano essere immediatamente estrapolati all’uomo, i nostri dati indicano che un approccio di questo tipo potrebbe bloccare più vie di trasmissione del virus fra le persone”, osserva Paul Denton, primo firmatario dell’articolo.
Nessuno dei topi BLT trattati con antiretrovirale ha mostrato alcun segno di infezione a seguito della successiva esposizione rettale all’HIV, mentre 12 dei 19 topi BLT del gruppo di controllo che non avevano ricevuto il trattamento sono successivamente risultati sieropositivi. Nei topi esposti all’HIV per via endovenosa, il trattamento ha invece protetto sette degli otto topi BLT esposti, mentre tutti i topi di controllo sono risultati infettati. In uno studio precedente Garcia-Martinez e collaboratori avevano dimostrato che il trattamento preventivo riduce drasticamente anche la trasmissione vaginale dell’HIV.
Attualmente sono già in corso alcuni trial per la PrEP nell’uomo, ma la loro continuazione è continuamente messa in discussione per le preoccupazioni di tipo etico legate alla somministrazione di farmaci a persone sane senza la garanzia che tali farmaci siano realmente efficaci.
“Ora il responsabile dei trial potrà mostrare i risultati di questa ricerca al proprio Ministro della salute o al Comitato etico”, ha osservato Paul Denton, primo firmatario dell’articolo.

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