Mappare in 3D la circolazione sanguigna. Benefici e tecnica

0

globuli rossi
Prevenire infarto e aterosclerosi grazie a un supercomputer, in grado di ricostruire in tre dimensioni la circolazione sanguigna nei minimi dettagli. Un quadro completo della situazione attraverso cui osservare il movimento dei globuli rossi, bianchi e altre micro particelle e dunque le zone coronariche soggette ad accumulo di grassi e a rischio di problemi circolatori. Il modello, che in sole sei ore compila la mappa completa del sistema coronarico di una persona, e’ stato realizzato da Simone Melchionna e dalla sua equipe al politecnico di Losanna, Ecole Polytechnique Federale de Lausanne, Epfl, in collaborazione con l’universita’ di Harvard (Usa) e il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) italiano.

Con la Tac ad alta risoluzione del sistema coronarico, effettuata al supercomputer si visualizza la complessita’ del sistema arterioso umano, dove si muovono 10 milioni di globuli rossi che interagiscono reciprocamente e con il plasma circostante. Questo studio permette inoltre di effettuare una ricognizione approfondita e inedita del sistema circolatorio.
“Uno strumento tridimensionale – dice Melchionna – e’ essenziale per la comprensione di questa complessita’. Fino a oggi la tomografia e gli ultrasuoni permettevano di vedere in 3D soltanto le arterie e il flusso del sangue al loro interno, ma non cio’ che compone il sangue stesso. Con questa nuova tecnica si puo’ osservare tutto: plasma, globuli rossi, microparticelle, a diverse scale di grandezza. Con la precisione di 10 micron si puo’ valutare l’evoluzione di tutti questi elementi, e cioe’ come si muovono, girano su se stessi, scorrono o stagnano nelle zone ad alto rischio. La tecnologia che abbiamo messo a punto permette di determinare la presenza, dovuta al colesterolo, di quelle placche da cui si origina l’ostruzione dei vasi sanguigni”.
Il progetto realizzato dallo staff del ricercatore italiano al supercomputer ha aperto quindi la strada per salvare la vita a chi non manifesti ancora i sintomi dell’infarto, ma che lo ‘cova’ perche’ le cause sono gia’ in atto. Fra tre o quattro anni potrebbe sbarcare in tutti gli studi medici grazie a computer di media potenza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *