Cuore artificiale: Italia effettua la prima operazione al mondo del genere

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L’operazione effettuata giovedì scorso al Bambino Gesù, dove l’equipe di cardiochirurgia ha impiantato nel petto del ragazzo un organo meccanico come soluzione permanente e non come “ponte” in attesa di un donatore compatibile. L’aspettativa di vita, secondo i medici, è tra i 20 e i 25 anni

ROMA – Un cuore artificiale permanente è stato innestato per la prima volta al mondo nel petto di un ragazzo di 15 anni. L’intervento è stato effettuato giovedì scorso dall’equipe di cardiochirurgia dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, coordinata dal cardiochirurgo Antonio Amodeo, che racconta: “Il ragazzo si è svegliato ieri mattina e ha parlato con la mamma per telefono. Le ha detto ‘non mi disturbare perché mi sto lavando i denti’. Sta bene, anche se è ancora in prognosi riservata e ci resterà per una o due settimane ancora”.

La vera novità dell’operazione sta nel fatto che il cuore meccanico impiantato nel torace del ragazzo non è una  “soluzione ponte”, come avviene solitamente, in attesa di essere sostituito con un organo compatibile proveniente da un donatore, ma è permanente. Ed è il primo caso al mondo di cuore artificiale permanente pediatrico. Nel caso del ragazzo del Bambino Gesù, i medici hanno optato per la scelta radicale di impiantare un dispositivo artificiale permanente, dettata dal quadro clinico del paziente. Il ragazzo operato a Roma, infatti, era colpito da una malattia che ne impediva l’iscrizione in lista d’attesa per il trapianto di cuore. Di qui la decisione di offrire al giovane paziente l’unica alternativa terapeutica al processo generativo che lo avrebbe portato brevemente alla morte.

“Vogliamo dare un vita più simile a quella reale, anche se il ragazzo deve essere sempre sotto controllo costantemente” spiega ancora Amodeo. Quanto alla famiglia del giovane, “ha accettato subito l’idea dell’operazione – sottolinea il chirurgo – anche perché le aspettative di vita del ragazzo erano di qualche giorno, non hanno avuto problemi ad accettare il trapianto”. In merito alle aspettative di vita del ragazzo dal cuore artificiale il medico è stato chiaro: “Sono di 20-25 anni”.

L’intervento è durato dieci ore ed è stato impiantato un cuore artificiale di quattro centimetri, inserito all’interno del ventricolo sinistro. La particolarità della soluzione tecnologica e chirurgica adottata al Bambino Gesù sta nella ridotta invasività dell’apparecchio e nelle modalità di alimentazione che riducono i rischi infettivi, che rappresentano la prima causa nel fallimento di queste soluzioni alternative fino ad oggi sperimentate. L’apparecchio, una pompa idraulica attivata elettricamente, è collocato interamente all’interno del torace in modo da ridurre i rischi di infezione. L’alimentazione elettrica avviene tramite uno spinotto collocato dietro il padiglione auricolare sinistro. al quale è collegata la batteria che il paziente porta alla cintura.

Secondo i medici del Bambino Gesù, l’impianto di un cuore meccanico come soluzione permanente apre nuove prospettive terapeutiche e speranze di vita per tutti quei pazienti con patologie cardiache per le quali fino ad oggi resta essenziale un trapianto e per quei pazienti non candidabili a ricevere un cuore da un donatore per problemi clinici, come nel caso del quindicenne operato a Roma.

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