Il rapporto tra resistenza muscolare e acetilcolina

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Topi ingegnerizzati in modo da avere una maggiore disponibilità di questo importante neurotrasmettitore riescono a correre per una distanza doppia

Aumentare la resistenza alla fatica con un incremento della disponibilità di acetilcolina: è quanto sono riusciti a fare i ricercatori della Vanderbilt University con alcuni topi ingegnerizzati.

In sostanza, gli animali hanno dimostrato di poter correre per una distanza doppia producendo in misura maggiore questo neurotrasmettitore fondamentale per la contrazione muscolare: il risultato apre la strada a ulteriori studi che consentirebbero in linea di principio di trattare in modo efficace patologie umane come la miastenia grave, in cui i segnali colinergici non riescono a raggiungere i muscoli.

Nel corso di quest’ultima ricerca, Randy Blakely e colleghi della Vanderbilt hanno inserito nei topi un gene che incrementa la produzione del trasportatore colina nelle sinapsi. Tale composto è un precursore dell’acetilcolina ed è vitale per la capacità di contrazione dei muscoli.

Altri ricercatori in passato hanno manipolato il gene che codifica per la miostatina, il fattore di crescita del tessuto muscolare, per produrre animali con una maggiore forza e una maggiore resistenza ma, come sottolinea Blakely, è la prima volta che si migliora la “resistenza neurale” manipolando i nervi che innervano il muscolo.

In questa prospettiva, ipotetici farmaci in grado d’incrementare l’attività della colina “potrebbero rappresentare una nuova strategia terapeutica per tutti quei disturbi che sono la manifestazione di deficit di segnalazione colinergica”, come ha sottolineato Blakely.

Tra questi, è possibile ricordare la distrofia muscolare, l’insufficienza cardiaca congestizia, la depressione, la schizofrenia, la malattia di Alzheimer, ma anche il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD).

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