Le cellule staminali del cervello restano “bambine”. Scoperta italiana.

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Scoperta italiana: un comando le trasforma in adulte quando serve. Studio importante per la ricerca sui tumori cerebrali

Le cellule staminali del cervello (Neural stem cells, NSCs) restano “rinchiuse” in alcune specifiche nicchie (per questo in passato si sospettava che non ce ne fossero) restando sempre “bambine”. Preservate, come bene prezioso da non sprecare. Quando serve, un numero di queste cellule “bambine” migra verso le zone da riparare o ripopolare. Mentre una sufficiente provvista resta di scorta nella nicchia, nella riserva. Quelle che migrano cominciano subito a “maturare”, specializzandosi nel tipo di cellule cerebrali adulte da rimpiazzare. Tutto ciò a differenza di quanto accade in altre parti del corpo, dove esistono staminali adulte, pre-differenziate, dislocate strategicamente. Che cosa tiene bloccate le cellule “bambine” del cervello, sia come collocazione sia come specializzazione? E perché? E che cosa “ordina” la loro migrazione e maturazione? Domande che hanno trovato risposta per la prima volta in una ricerca coordinata dagli italiani Anna Lasorella e Antonio Iavarone del Columbia University Medical Center di New York e pubblicata sulla rivista Nature Cell Biology. Alla scoperta hanno preso parte anche altri due italiani: Mario Lauria e Diego Di Bernardo del Tigem (Telethon Institute of Genetics and Medicine) di Napoli.

TUMORI – Il meccanismo individuato offre nuovi tasselli al mosaico di conoscenze sullo sviluppo normale e delle cellule del cervello e prospetta la messa a punto di cure rigenerative per riempire i vuoti indotti da malattie neurologiche più o meno indotte dall’età. Lo studio firmato Lasorella-Iavarone è importante anche per la ricerca sui tumori cerebrali perché le staminali normali e quelle del cancro condividono proprietà e funzioni. «Da studi precedenti sappiamo che le staminali quando si staccano dalla loro nicchia perdono la loro identità di ‘bambine’ e cominciano la maturazione verso il loro ruolo definitivo – dice Iavarone -. Tuttavia il meccanismo che regola l’interazione delle staminali con la loro nicchia-base era finora oscuro».

LO STUDIO – Nel cervello, la “riserva” di cellule “bambine” si trova attorno alle cavità che contengono i liquidi cerebrali. Cavità centrali avvolte dai due emisferi. Le NSCs nelle nicchie sono attentamente regolate in modo che, solo quando occorre, si spostano. Vi sono delle proteine, chiamate Id, che bloccano la differenziazione e tengono le staminali del cervello ferme allo stato di “bambine”. Nei topi di laboratorio queste proteine sono state silenziate. In assenza di queste proteine, i topi sono morti nell’arco di 24 ore dalla nascita. Senza cellule “bambine” riparatrici. Si è visto che le Id regolano un’altra proteina che a sua volta regola un gene chiave per l’adesione cellulare. Quindi le staminali del cervello restano “agganciate” alla loro nicchia grazie all’azione di questo gene regolatore. E questo gene potrebbe essere in campo, attivato o disattivato, anche per altri tipi di staminali dell’organismo. «Se arriviamo a comprendere come manipolare il meccanismo che determina il destino di queste cellule – commentano i ricercatori – in futuro potremmo controllare le proprietà delle staminali del cervello per scopi terapeutici». E vedere anche se le Id sono coinvolte anche nelle staminali del cancro del cervello, che si potrebbero così manipolare in modo da essere eliminate con sicurezza.
Corriere.it

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