Esami di screening: nessun riscontrato beneficio per cancro o eventi cardiovascolari

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I check up per prevenire tumori e malattie cardiovascolari sono spesso inutili: a sostenerlo è uno studio del Nordic Cochrane Centre di Copenhagen guidato da Lasse Krogsbøll publicato su Cochrane Library. Secondo i ricercatori gli screening periodici per il monitoraggio del proprio stato di salute, oltre a provocare l’aumento del numero di nuove diagnosi, non riducono il numero di malati e i casi di mortalità per tumori e patologie cardiovascolari. Al risultato i ricercatori danesi sono giunti incrociando i dati raccolti da 14 studi, per un totale di 182.880 partecipanti e 18 anni di osservazione.

I controlli periodici di screening nascono con l’idea «di ridurre la morbilità e di allungare l’aspettativa di vita – si legge in un editoriale sullo studio pubblicato sul British Medical Journal – e portano a diversi potenziali benefici, tra cui l’individuazione dei fattori di rischio maggiori per prevenire lo sviluppo dei tumori ed evitare l’insorgere di malattie dell’apparato cardiovascolare, suggerendo per tempo diete appropriate e l’interruzione di abitudini come il fumo». Diversi, però, gli effetti «collaterali» che da questi controlli possono scaturire: i check up effettuati su persone sane possono infatti portare a «sovradiagnosi e trattamenti eccessivi» – come nel caso di diagnosi e cura di malattie che avrebbero potuto non presentare mai sintomi – senza dimenticare che «i test diagnostici più invasivi possono causare danni» e che il solo fatto di essere considerati «malati» può avere un impatto negativo sulla psicologia delle persone.

Secondo i ricercatori nuovi studi dovranno essere condotti non sulla popolazione in generale, ma in modo «mirato» su persone a rischio di sviluppo di specifiche malattie come il diabete, la broncopneumopatia cronica ostruttiva, le patologie renali e quelle cardiovascolari. «Gli esami di screening – scrivono gli studiosi del Nordic Cochrane Centre di Copenhagen – non hanno ridotto la morbilità e la mortalità, né in generale, né per cause cardiovascolari o per tumore, mentre hanno aumentato il numero delle nuove diagnosi. Possiamo quindi concludere che è improbabile che i controlli sanitari siano di beneficio».

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