Rinosinusite: malattia sociale da non trascurare

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“La rinosinusite si configura come malattia sociale, in quanto colpisce la maggioranza della popolazione comportando un rapporto costi-benefici a discapito dei benefici”. A spiegarlo è Desiderio Passali, docente di otorinolaringoiatria dell’Università di Siena e past president dell’Ifos, l’International federation of orl societies. Passali è stato recentemente premiato a Seoul, durante il ventesimo congresso della Società mondiale di otorinolaringoiatria, con una medaglia d’oro per le sue attività di ricerca, promozione e sensibilizzazione delle problematiche del settore nel mondo. “Anche un raffreddore comune può considerarsi una rinosinusite – avverte Passali – perché la forma infiammatoria iniziale si trasforma successivamente in infettiva – batterica, con tutte le problematiche che possono scaturire da tali infezioni”.sinusitis
Secono Passali “quelle che si studiano oggi sono le cause che portano alla cronicizzazione del processo infiammatorio-infettivo, ad esempio le allergie e le immunodeficienze, poiché si è stabilito che nella quasi totalità dei casi – osserva – le patologie dei seni paranasali sono susseguenti alle infiammazioni del naso”. Dunque, Passali consiglia di “non trascurare le patologie nasali anche se in apparenza banali, dal momento che le infiammazioni nasali se ignorate possono evolvere in problematiche ben più gravi in grado di coinvolgere organi e apparati vicini. Si tratta di una serie di patologie tra di loro collegate – precisa il docente – e precedute da una mucosa nasale che non funziona bene perché infiammata: rinosinusite, poliposi nasale, sindrome rino bronchiale, asma e bronchiti recidivanti”.
“In merito alle patologie del naso – prosegue l’ex presidente della Società italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico–facciale (SioeChCf) – l’equipe da me guidata ha recentemente concentrato i suoi sforzi all’individuazione di alcune proteine chiamate allarmine che, se in eccesso innescano e sostengono l’infiammazione della mucosa del naso e dei seni paranasali.

Attraverso la caratterizzazione di tali proteine – precisa – siamo in grado di capire e seguire l’evoluzione della patologia e, di conseguenza, possiamo arrestarla modulando con principi idonei la reazione infiammatoria e la cronicizzazione della patologia”.
In definitiva, gli studi condotti dall’equipe di Siena, in collaborazione con altri importanti centri di ricerca in Europa e nel mondo “vorrebbero non solo portare ad un adeguato trattamento del quadro sintomatologico evidente di una infezione naso-sinusale, ma in prima istanza – conclude il professore – controllare sin dall’inizio il processo infiammatorio impedendone l’evoluzione verso le importanti problematiche che ne potrebbero scaturire”.

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