Alzheimer: dieta povera di metalli, e la prevenzione si ‘consuma’ anche a tavola

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La prevenzione della salute cerebrale e, dunque, di malattie come l’Alzheimer passa anche attraverso un’alimentazione specifica che, in particolare, contrasti le alterazioni del metabolismo del rame, direttamente collegate all’insorgere della suddetta patologia.


Ad approfondire il ruolo dell’alimentazione nella prevenzione e nel trattamento dell’Alzheimer sono stati, nella giornata odierna, medici e ricercatori riuniti per il congresso internazionale “Approccio non convenzionale alla malattia di Alzheimer: dalla ricerca alla cura”, promosso dall’Istituto di Neurologia del policlinico Agostino Gemelli di Roma e dall’ospedale Fatebenefratelli all’Isola Tiberina. alzheimers_disease_brain“Il rame non-ceruloplasminico (detto anche ‘libero’ o tossico’), che nasce da un alterato metabolismo del rame e che il nostro organismo non riesce ad eliminare, in alcune persone predisposte, e’ un fattore di rischio modificabile per la malattia di Alzheimer – ha spiegato Rosanna Squitti, ricercatrice dell’Ospedale Fatebenefratelli – Da uno studio, condotto in collaborazione col Policlinico Gemelli, e’ emerso come nei soggetti con livelli elevati di rame ‘libero’ risulti triplicato il rischio di sviluppare malattia di Alzheimer.

Stime del 2010 – ha aggiunto – riportano inoltre che circa un terzo dei 30 milioni di persone che nel mondo soffrono di questa malattia puo’ ricondurre la propria patologia a fattori di rischio modificabili: inattivita’ fisica, fumo, ipertensione, obesita’ nella mezza eta’, diabete. Ritardare l’insorgenza della malattia di un anno – ha sottolineato la ricercatrice – ridurrebbe dell’11% i casi di Alzheimer sopra i 60 anni nel 2015″. La strada “alimentare” indicata dagli esperti si e’ tradotta in una pietanza, presentata nel corso dei lavori congressuali dallo chef pluristellato, Heinz Beck (collegato al progetto pilota social Gemelli@fornelli): una ricetta a base di pesce azzurro, la ricciola, marinata all’aceto balsamico bianco con neve di melograno.

“Si tratta di un piatto dalle qualita’ organolettiche e nutrizionali particolari – ha spiegato Giacinto Miggiano, direttore dell’Unita’ di Dietetica del Policlinico Gemelli – ad elevato contenuto di acidi grassi omega 3, di vitamine B1 e B6, altre vitamine (B12), e a ridotto contenuto di rame. Le strategie nutrizionali contro l’invecchiamento cerebrale – ha proseguito Miggiano – sono volte a ridurre fattori dannosi come grassi saturi, colesterolo e rame negli alimenti, e ad incrementare i composti neuro-protettivi, come gli antiossidanti (vitaminici – come A,C,E – e non), sostanze bioattive ed acidi grassi omega3”. Passando, invece, alla dieta quotidiana, gli esperti hanno consigliato, soprattutto ai pazienti anziani, una dieta ricca di verdure e frutta fresca, con una dose adeguata quotidiana di vitamina E (presente in semi, spinaci ed altri vegetali a foglia larga) e vitamina B12 (efficace anche nella forma di integratore). E’ bene, inoltre, controllare che le vitamine assunte non contengano rame ne’ ferro, ridurre i grassi saturi (come quelli contenuti nelle carni rosse). E’ utile inoltre fare almeno due ore di sport a settimana.
“Soprattutto – ha sottolineato in conclusioen Squitti – a meno di indicazioni specifiche del medico curante, i complessi multivitaminici (integratori) che contengono metalli sono dannosi particolarmente nelle persone con livelli elevati di rame ‘libero’ nel sangue e lo diventano ancor piu’ se assunti congiuntamente a cibi ad alto contenuto di rame, come il fegato, i frutti di mare, le ostriche e le cozze”. (AGI) .

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