Ictus e Fibrillazione Atriale: “Ascolta il tuo cuore per salvare il tuo cervello”

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alice_onlusRitorna, per il quarto anno consecutivo, la campagna di informazione e prevenzione promossa da A.L.I.Ce Emilia Romagna volta a sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione dell’ictus cerebrale. Durante il mese di maggio in cinque città della Regione si svolgeranno attività di sensibilizzazione e screening rivolte alla popolazione sui principali fattori di rischio, come la Fibrillazione Atriale.

Bologna, 11 maggio 2016 – Torna per il quarto anno consecutivo la campagna di prevenzione “Ascolta il tuo cuore per salvare il tuo cervello” promossa da A.L.I.Ce Emilia Romagna – Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale, con attività rivolte alla popolazione per sensibilizzare i cittadini relativamente ai fattori di rischio dell’ictus cerebrale, tra cui la Fibrillazione Atriale, una frequente anomalia del ritmo cardiaco, che è causa del 15-20% di tutti gli ictus trombo-embolici, con una prevalenza sulla popolazione italiana fra l’1% e il 2%. Questo significa che in Emilia Romagna i soggetti affetti da Fibrillazione Atriale sono circa 60.000 con un’incidenza di circa 13.000 nuovi casi all’anno.

Per esercitare misure preventive dell’ictus adeguate, in presenza di Fibrillazione Atriale, viene raccomandato un regime terapeutico attraverso una terapia anticoagulante.

 

“In Italia le persone ricoverate per ictus ischemico ogni anno sono più di 170.000 di cui circa 35-40.000 presentano Fibrillazione Atriale – dichiara il dottor Stefano Urbinati, Presidente ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) Emilia Romagna – In un recente studio, che ha valutato la prevalenza di Fibrillazione Atriale nei pazienti ricoverati nelle Cardiologie e nelle Medicine italiane, indipendentemente dalla diagnosi di ingresso, si è osservato che solo il 59% dei soggetti con questa aritmia assumevano una terapia anticoagulante orale

“Questi dati dimostrano che la Fibrillazione Atriale è ancora una causa molto frequente di ictus nel nostro Paese (circa 1 su 4). Troppo spesso, poi, in presenza di questa anomalia del ritmo cardiaco, non viene instaurata una terapia anticoagulante orale e molte persone con Fibrillazione Atriale non sono consapevoli di soffrire di questa aritmia così pericolosa” – aggiunge Urbinati.

 

Da qui l’iniziativa di A.L.I.Ce Emilia Romagna di dare vita ad attività di sensibilizzazione e screening, anche per dimostrare come sia semplice e rapido controllare e far emergere eventuali alterazioni del proprio ritmo cardiaco.

 

Nel corso del mese di maggio, in 5 città della Regione: Carpi (14/5), Ravenna (22/5), Parma (25/5), Piacenza (28/5), Reggio Emilia (29/5), con modalità diverse, vengono messe in atto iniziative di informazione sulla patologia e in alcuni casi screening sulla popolazione, alla presenza di personale medico-sanitario, relativamente ai principali fattori di rischio dell’ictus cerebrale, quali Fibrillazione Atriale, Pressione Arteriosa, esame dei tronchi sovra aortici, ecc. Il progetto prevede, inoltre, un’altra tappa a  Bologna, la cui data è ancora in fase di definizione.

“Il nostro obiettivo è quello di aumentare la prevenzione dell’ictus, ed il monitoraggio sulla popolazione, per verificare la presenza di Fibrillazione Atriale, è di fondamentale importanza – dichiara la Dottoressa Antonia Nucera, Presidente di A.L.I.Ce Emilia Romagna e neurologa – Le recenti evidenze scientifiche, che ci vengono dalla letteratura internazionale, stanno dimostrando che la percentuale di ictus cardio-embolici causati dalla Fibrillazione Atriale sono in aumento, come è stato provato che più si effettuano controlli strutturati sui pazienti, più emergono casi di questa aritmia”.

 

La profilassi farmacologica, utilizzata da oltre 50 anni (antagonisti della vitamina K), presenta in realtà alcune difficoltà di gestione, come la necessità di frequenti controlli ematici per l’aggiustamento del dosaggio presso i centri TAO (Terapia Anticoagulante Orale), interazioni con alimenti ed altri farmaci, data l’alta variabilità di risposta inter-individuale.

 

Un’alternativa efficace e sicura per la prevenzione dell’ictus è arrivata da qualche anno grazie ai Nuovi Anticoagulanti Orali più maneggevoli e sicuri, in grado di venire incontro alle esigenze di medici e pazienti. Questa nuova categoria farmacologica non richiede controlli ematici costanti, ha scarsissime probabilità di interazioni con alimenti e altri farmaci, è somministrati a dosaggio fisso e presenta un ridotto rischio di emorragie cerebrali rispetto alla terapia tradizionale.

 

“Nonostante la terapia anticoagulante, anche grazie all’arrivo dei nuovi farmaci, sia efficace e sicura, nella pratica clinica si assiste a un sottotrattamento dei pazienti – aggiunge la Dottoressa Nucera – Anche in Emilia Romagna, emerge un dato allarmante rispetto agli ictus causati da FA: in un recentissimo studio svoltosi a Bologna è, infatti, emerso che oltre la metà dei pazienti colpiti da ictus non riceveva alcuna terapia di prevenzione, pur avendo una Fibrillazione Atriale diagnosticata”.

 

“Per ridurre l’incidenza dell’ictus da Fibrillazione Atriale, anche in Emilia Romagna – aggiunge Urbinati – ci stiamo muovendo in due direzioni principali: promuovere tra farmacisti e cittadini con  più di 60 anni un controllo frequente del polso e, in presenza di pulsazioni veloci ed irregolari cioè delle due condizioni che fanno porre il sospetto di Fibrillazione Atriale, l’esecuzione urgente di un elettrocardiogramma. In secondo luogo, sensibilizzare tutti i medici sulla necessità che, a tutte le persone con Fibrillazione Atriale e aumentato rischio embolico, venga prescritta una terapia anticoagulante orale”.

 

“Da quando sono disponibili i nuovi anticoagulanti orali, che non necessitano di un monitoraggio laboratoristico con significativo vantaggio gestionale sia per il paziente che per il Sistema Sanitario, infatti, è caduta un’altra barriera verso l’obiettivo di ottimizzare la percentuale di pazienti con fibrillazione atriale che siano correttamente scoagulati” – conclude Urbinati.

 

Indicazioni, queste che vengono ribadite anche dal Presidente di A.L.I.Ce Emilia Romagna: “Il primo messaggio da trasmettere, sia alla popolazione, che ai medici curanti è l’importanza di una diagnosi tempestiva della Fibrillazione Atriale – afferma Antonia NuceraLe forme parossistiche, ad esempio, sono abbastanza difficili da scoprire e servirebbe un monitoraggio continuo. Ma ci sono anche semplici gesti che ognuno di noi può fare in autonomia, come tastarsi il polso, per verificare la presenza di alterazioni del ritmo cardiaco – aggiunge Nucera – Ai Medici di Medicina Generale, poi, vorrei dire di aumentare i monitoraggi, perché i dati ci dimostrano che la Fibrillazione Atriale è molto più frequente di quanto si pensi e grazie alle terapie oggi a disposizione, più maneggevoli e con un buon profilo di sicurezza, è possibile aumentare la percentuale di profilassi nei confronti dell’Ictus. Da ultimo, rivolgendomi alle Istituzioni regionali, vorrei dire di prestare maggiore attenzione alle attuali Linee Guida sulla prevenzione dell’ictus, mettendo i pazienti nelle condizioni di poter accedere alle terapie più innovative e sicure. Senza dimenticare che l’impatto sociale dell’ictus è enorme, essendo la prima causa di disabilità al mondo, quindi il costo economico di un paziente con ictus è molto più alto della spesa per la prevenzione.”

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