Un antico retrovirus all’origine della SLA

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I pazienti con sclerosi amiotrofica laterale tendono ad avere i trascritti diHERV-K in aree che circondano la corteccia motoria, l’area colpita dalla malattia

Potrebbe esserci un retrovirus all’origine di alcune forme di sclerosi amiotrofica laterale (SLA) che ha inserito il suo genoma in quello umano migliaia di anni fa: è questo il risultato di una ricerca della Johns Hopkins.

Sebbene il 20 per cento circa dei casi di malattia sembrino avere una causa genetica, la grande maggioranza di essi insorge sporadicamente, senza una causa scatenante nota. La ricerca su questa forma detta sporadica aveva precedentemente individuato nel sangue dei pazienti affetti una proteina nota come trascrittasi inversa, prodotta da retrovirus come l’HIV. Tuttavia le stesse ricerche non sono riuscite a collegare tale scoperta a uno specifico retrovirus.

Cercando di verificare se esista effettivamente un retrovirus colpevole, Avindra Nath, professore di neurologia della Johns Hopkins University School of Medicine e colleghi hanno esaminato campioni di tessuto cerebrale di 62 pazienti, 28 morti di SLA, 12 morti per una malattia sistemica cronica, come per esempio un tumore, 10 deceduti per cause accidentali e 12, infine, affetti da un altra malattia neurodegenerativa, come per esempio il Parkinson, al momento della morte.

Utilizzando la tecnica di reazione a catena della polimerasi, i ricercatori sono andati alla ricerca di RNA messaggero trascritto da retrovirus: nei campioni prelevati da pazienti con patologie croniche e SLA, sono stati effettivamente scoperti trascritti provenienti da retrovirus endogeni umani K (HERV-K). Questo retrovirus è uno delle migliaia divenuti parte del genoma umano in seguito all’infezione di uno dei nostri antenati moltissimo tempo fa.

Secondo quanto riportato dai ricercatori sulla rivista Annals of Neurology, mentre i pazienti con SLA tendono ad avere i trascritti di HERV-K in aree che circondano la corteccia motoria – l’area colpita dalla malattia – negli altri pazienti i trascritti risultavano più ampiamente diffusi nel cervello.

Con le dovute cautele, gli autori ipotizzano così che proprio lo HERV-K potrebbe essere il retrovirus della SLA a lungo cercato.

“Questo nostro lavoro non stabilisce un rapporto causale oltre ogni dubbio, ma fornisce alcuni collegamenti prometteti tra il virus e la patologia”, ha spiegato Nath.

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