La leptina, ormone che inibisce il senso della fame

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I risultati portano a ipotizzare che il ruolo di modulazione dei neuroni GABA sia un aspetto cruciale dell’azione della leptina

Nel cervello, l’ormone leptina agisce in modo da prevenire l’obesità, ma finora gli esatti meccanismi neurologici di questo fenomeno sono rimasti sconosciuti. Ora una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Neuron sembra aver colmato la lacuna.

“La leptina è un ormone secreto dalle cellule adipose e agisce su specifici recettori presenti nel cervello per inibire l’introito di cibo e per promuovere il consumo di energia”, ha spiegato Bradford B. Lowell, ricercatore del Beth Israel Deaconess Medical Center e della Harvard Medical School e autore senior dello studio. “Tuttavia, nonostante le intense ricerche, vi era finora una conoscenza molto limitata dei neuroni sensibili a questo ormone”.

Precedenti studi dello stesso gruppo di Lowell e di altri hanno individuato nel nucleo arcuato i componenti chiave per il controllo dell’obesità: in particolare, i neuroni pro-opiomelanocortina (POMC) – che si è dimostrato abbiano un ruolo nella soppressione dell’appetito – risiedono in tale regione. Sebbene molti neuroni POMC esprimano recettori per la leptina, l’azione diretta di questo ormone su tali neuroni non sembra avere un ruolo importante nei meccanismi di regolazione del peso. Ciò suggerirebbe l’esistenza di altri neuroni critici per l’azione antiobesità della leptina.

In quest’ultimo studio, Lowell e colleghi hanno adottato un approccio innovativo per identificare i neuroni coinvolti nei meccanismi di interesse e per controllare se gli effetti della leptina fossero mediati in prima battuta da neuroni glutammaterergici o gabaergici.

“Il risultato notevole è che gli effetti antiobesità sono mediati in modo predominante dai neuroni gabaergici, mentre quelli glutammatergici rivestono solo un ruolo di secondo piano”, ha aggiunto Linh Vong, primo autore dello studio. Inoltre si è potuto chiarire che i neuroni GABA sono a monte dei neuroni POMC, e che in risposta alla leptina i neuroni GABA sono meno attivi. Per converso, una riduzione dei livelli di leptina, che si verifica per esempio durante il digiuno, incrementa l’attività di questi neuroni gabaergici.

Complessivamente, i risultati portano a ipotizzare che il ruolo di modulazione dei neuroni GABA sia un aspetto cruciale dell’azione della leptina.

“La leptina, agendo direttamente sui neuroni gabaergici, riduce il tono inibitorio dei neuroni POMC”, ha concluso Lowell. “Poiché i neuroni POMC prevengono l’obesità, la loro disinibizione da parte della leptina a monte dei neuroni GABA probabilmente media, almeno in parte, gli effetti antiobesità della leptina stessa. Inoltre, la regolazione indiretta dei neuroni POMC da parte della leptina mette in accordo l’importate e già noto ruolo dei neuroni POMC nella regolazione dei peso corporeo con il ruolo relativamente poco importante rivestito dall’azione diretta della leptina sugli stessi neuroni POMC”

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