Lupus: un rimedio ‘naturale’ privo di effetti collaterali

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I risultati di una ricerca mostrano che un estratto vegetale può essere un possibile trattamento del lupus eritematoso, e senza gli effetti collaterali, anche pesanti, dei trattamenti tradizionali con farmaci steroidei

Dai ricercatori dell’Università di Houston, guidati dall’ingegnere biomedico dott. Chandra Mohan, arriva la notizia che un estratto vegetale potrebbe essere utilizzato nel trattamento del lupus eritematoso. Un rimedio che si presenta come un’alternativa ai trattamenti tradizionali che non sono esenti dai diversi rischi avversi ed effetti collaterali.

Il lupus, o lupus eritematoso sistemico (LES), è una malattia degenerativa progressiva. Accade che il sistema immunitario si rivolta contro se stesso, attaccando il tessuto sano, le articolazioni, le cellule e gli organi della persona. I sintomi sono diversi e possono andare da un dolore debilitante, a un senso di affaticamento. Ma si possono avere anche una nefrite, un’insufficienza organica e tutta una miriade di altre invalidità. Si stima che almeno cinque milioni di persone in tutto il mondo abbiano sviluppato una forma di lupus. In Italia, secondo le stime attuali, vengono diagnosticati circa 2.000 casi ogni anno.

Come per molte malattie autoimmuni, allo stato attuale non esiste cura. Tuttavia, i ricercatori sono sempre al lavoro per porvi rimedio e, alfine, trovare un trattamento definitivo.

Su questa linea è anche lo studio del dott. Mohan che, insieme ai colleghi Hugh Roy e Lillie Cranz Cullen del UH Cullen College of Engineering, hanno sperimentato gli effetti di una sostanza chimica di origine vegetale. I risultati di questi test sono poi stati pubblicati su Arthritis & Rheumatology, il mensile dell’American College of Rheumatology.

Attualmente, i pazienti affetti da lupus sono trattati con farmaci steroidei, che sono utilizzati nella soppressione del sistema immunitario. Tuttavia, questi farmaci non sono esenti da pesanti effetti avversi come, per esempio, un aumento del rischio d’infezioni proprio a causa dell’azione sul sistema immunitario. Ma anche altri come ipertensione, fragilità capillare, iperglicemia, iperlipidemia, deplezione del potassio, osteoporosi, ipotrofia muscolare, ulcera gastroduodenale, aumento della coagulabilità del sangue e alterazioni ematologiche e altri ancora.

La sostanza testata dai ricercatori UH è stata battezzata CDDO, che è l’abbreviazione di synthetic, plant-derived compound. La somministrazione del CDDO in modelli murini ha mostrato essere in grado di reprimere efficacemente le molteplici fasi di sviluppo del lupus, tra cui l’insorgenza della nefrite lupica, la malattia renale causata dal lupus.
Non a caso, uno degli organi più comunemente attaccati da lupus è il rene. Anche se questa condizione non riguarda tutti i malati di lupus, si stima che il 40% per cento dei pazienti con lupus ne siano interessati. Questa condizione determina l’infiammazione dei reni e danneggia la loro capacità di liberare efficacemente il corpo dai prodotti di scarto e altre tossine. La nefrite lupica è la causa principale della morte di decine di migliaia di ricoverati all’anno.

«Lo sviluppo del lupus è frutto di una reazione in due fasi – spiega Mohan – In primo luogo, il sistema immunitario sviluppa anticorpi che attaccano il DNA del proprio corpo; poi attiva il sistema immunitario che attacca i reni. Abbiamo scoperto che CDDO può bloccare entrambi questi passaggi».

Il ricercatore sottolinea che c’è rimasto molto da scoprire su CDDO, compreso come funziona nel sopprimere la progressione del lupus. Il prossimo passo dei ricercatori sarà quello di verificare se il composto CDDO sopprime il sistema immunitario su tutta la linea, o se sopprime semplicemente l’attivazione delle vie di segnalazione specifiche che portano allo sviluppo del lupus.
I casi sono dunque due e per scoprire quale sia di questi, il gruppo di Mohan metterà il CDDO alla prova in laboratorio per vedere se attiva la risposta immunitaria adeguata. In caso contrario, il composto potrebbe agire anch’esso sopprimendo l’intero sistema immunitario, che è quanto avviene con gli steroidi. Questo presuppone che ci si possa trovare di fronte agli stessi problemi, anche se, sottolinea Mohan, per alcuni pazienti può ancora essere un’opzione di trattamento migliore degli steroidi.

«La parte più interessante di questa ricerca è che CDDO è di origine vegetale, quindi è relativamente naturale e vi sono meno possibilità di avere effetti collaterali – conclude Mohan – Questo è un punto molto importante, perché molti degli attuali agenti terapeutici in uso per il lupus hanno significativi effetti collaterali. Per quanto abbiamo testato in questi esperimenti, abbiamo scoperto che il composto CDDO non ha avuto effetti collaterali noti. Inoltre, rispetto a molti altri composti di prova che abbiamo già testato per il trattamento del lupus, questo sembra essere molto più efficace».

Per approfondimenti sul lupus: www.lupus-italy.org.

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