epilepsyProf. Umberto Aguglia, Coordinatore Gruppo di Studio Epilessie SIN, Professore Ordinario di Neurologia presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro e Direttore del Centro Regionale Epilessie A.O. Bianchi Melacrino Morelli Reggio Calabria

Tra gli argomenti trattati nel corso del Congresso Nazionale della SIN 2014, va segnalata la sessione sui “Nuovi Biomarcatori nelle Epilessie”. In questa sessione saranno trattati i risultati apportati dalle tecniche innovative nello studio delle varie forme di epilessia.

Un aspetto riguarda lo studio genetico con analisi del DNA per l’individuazione di marcatori genetici di farmacoresistenza e di suscettibilità per le cosiddette “epilessie complesse”. Grazie ai marcatori genetici di farmaco resistenza sarà possibile capire come i pazienti rispondono alle terapie attraverso un semplice prelievo del sangue.

Un altro aspetto, riguarda le tecniche avanzate di analisi integrata di segnali neurofisiologici e di imaging che, grazie ad una stretta collaborazione fra clinici, fisici, matematici ed ingegneri, hanno aperto nuovi ed entusiasmanti orizzonti nella comprensione dei circuiti cerebrali alla base delle crisi epilettiche. Questa sofisticata analisi integrata di immagini e segnali elettrici permette di visualizzare con molta precisione l’area del cervello da cui partono le scariche epilettiche (zona epilettogica) e consente di capire come funziona il cervello, quindi i meccanismi alla base dell’epilessia. I nuovi dati ottenuti da questi studi hanno anche consentito la sperimentazione di avveniristici sistemi intracranici in grado di riconoscere precocemente le crisi e quindi bloccarne l’insorgenza. Finora ci sono state solo sperimentazioni i cui risultati preliminari, però, fanno ben sperare. Si tratta di un chip che si inserisce nel cranio in prossimità dell’area del cervello da cui le crisi partono. Quando la crisi scatta, prima ancora che manifestino gli effetti più severi, il chip “avverte” un altro piccolo dispositivo da cui parte una lieve scarica elettrica che blocca la progressione della crisi. Si utilizza in pazienti farmacoresistenti e in cui le epilessie sono parziali, ossia dipendono da una piccola area del cervello.

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