Il mondo ‘maschilista’ delle drosofile – un peptide mantiene sveglie le femmine accoppiate –

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sperma Drosophila melanogaster

sperma Drosophila melanogaster
sperma Drosophila melanogaster

Nella drosofila un peptide prodotto dal maschio costringe la femmina che si è accoppiata a una costosa e rischiosa iperattività volta ad aumentare il successo riproduttivo del partner

Gli spermatozoi del moscerino della frutta sono rivestiti da un “peptide sessuale” che inibisce nella femmina la normale siesta pomeridiana e la spinge a una intensa attività. La scoperta è stata fatta da Elwyn Isaac dell’Università di Leeds che la descrive in un articolo sui “Proceedings of the Royal Society B”.

Sia il maschio sia la femmina del moscerino della frutta (Drosophila melanogaster) sono attivi all’alba e al tramonto e dormono durante la notte. Ma anche nel pomeriggio mostrano di mantenersi in un chiaro ‘stato di riposo’, che Isaac paragona a una siesta, e che permette loro di risparmiare energia e di ridurre i danni legati all’esposizione del sole diurno.

“Abbiamo però osservato che dopo l’accoppiamento le femmine, pur continuando a dormire di notte, saltano la siesta per dedicarsi a un ulteriore foraggiamento e per la ricerca di luoghi di deposizione delle uova”, spiega il ricercatore. “Questo comportamento persiste per circa otto giorni, e i risultati della nostra ricerca indicano che questo cambiamento non avviene per scelta. Le femmine che si accoppiano con maschi che producono sperma senza il peptide sessuale continuano infatti a fare la siesta. Possiamo dunque essere certi che il cambiamento di comportamento è indotto chimicamente dal maschio.”


“Il sonno è un meccanismo antico ed essenziale per gli esseri viventi, dai vermi fino all’uomo, per cui la sua inibizione per un periodo così lungo e la sua sostituzione con attività extra espone la femmina a maggiori rischi ambientali, come quello dei predatori, e deve richiedere un meccanismo molto potente”, osserva Isaac.

Questo peptide è prodotto dalla ghiandole sessuali accessorie del maschio di drosofila, e va ad attaccarsi alla superficie della coda degli spermatozoi. Studi precedenti avevano mostrato che il peptide stimola la femmina a una maggiore produzione di uova e inibisce l’accoppiamento con altrio maschi per un periodo compreso fra la settimana e i dieci giorni.

“Ipotizziamo che esso prevenga il sonno e induca la femmina ad attività di tipo ‘domestico’ in vista della nascita della prole, e sembrerebbe un’ulteriore tattica utilizzzata dal maschio per assicurarsi il successo della paternità dopo l’accoppiamento”, dice Isaac.

“Se riuscissimo a capire esattamente come opera questo interruttore del sonno, potremmo essere in grado di applicare questa conoscenza ai disturbi neurologici che interferiscono con i meccanismi del sonno, come la narcolessia, che si ritiene causata da un deficit in una via di trasmissione neuropeptidica nel cervello”.

Le drosofile, rappresentano infatti un buon modello animale per gli studi sul sonno, dato che il loro comportamento di sonno/veglia mostra numerosi tratti comuni con quello dei mammiferi e dell’uomo in particolare: nel pieno della notte hanno il sonno pesante e si svegliano con difficoltà, hanno una posizione di addormentamento preferita, se sono disturbate di notte appaiono stanche il giorno dopo, infine se si somministra loro caffeina restano sveglie e si appisolano con gli antistaminici.



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